Questo articolo è dedicato ad una delle più note imprenditrici italiane degli inizi del Novecento, Luisa Spagnoli, alla quale Rai 1 si è sentita di dedicare una miniserie tv che narra le vicende della sua vita.
Nacque a Perugia il 30 ottobre 1877 e trapassò a Parigi il 21 settembre 1935 per un tumore alla gola. Iniziò la sua carriera in tenera età, infatti poco più che ventenne sposò Annibale Spagnoli con cui poco dopo rilevò una drogheria lanciandosi nella produzione dei confetti.
Questa donna, dalla mente tanto aperta quanto innovativa, tra le sue tante opere d’arte nell’ambito culinario e nel settore della moda è riconosciuta tutt’oggi universalmente per uno dei suoi più famosi “colpi di genio”, il Bacio Perugina.
Una delle sue più dolci e romantiche idee prese vita ufficialmente nel 1922 con l’aiuto di Giovanni Buitoni, il figlio di Francesco Buitoni (suo socio fondatore insieme a Leone Ascoli dell’azienda nel 1907) e Federico Seneca, il direttore artistico della Perugina all’epoca.
Nacque dall’idea di Luisa di mischiare lo scarto della nocciola a del cioccolato per limitare gli sprechi; E dal momento che la forma di questa singolare creazione richiamava quella di una mano chiusa a pugno, la cui nocca più sporgente era data da una nocciola intera posta al centro del tutto, la Spagnoli decise di battezzarla “Cazzotto”.
Giovanni Buitoni, che ricopriva la carica di amministratore delegato della Perugina contemporaneamente a quella di presidente della Buitoni, ha ritenuto opportuno cambiare il nome di questo cioccolatino in “Bacio”, in quanto per motivi di marketing la scelta di Luisa non è stata ritenuta abbastanza accattivante.
Ma qui la storia si fa interessante… Luisa e Giovanni a quell’epoca furono travolti dalla passione l’uno per l’altra ed intrapresero una relazione clandestina. Grazie alla “scusa” del controllo qualità, i due si scambiavano dei messaggi d’amore in segreto avvolgendo il cioccolatino con un biglietto romantico.
Un giorno Luisa venne “pizzicata” mentre lasciava un tenero messaggio sotto al dolce e si giustificò dicendo che era un’idea fulminea ed innovativa che le era venuta in mente per rendere il prodotto più originale. Da qui si vocifera sia nata l’idea del famoso aforisma nell’incarto del Bacio.
Molto probabilmente fu, in realtà, un’idea che Giovanni “rubò” al mercato americano.
Quindi unendo dicerie, tradizione, innovazione ed ovviamente l’amore, Federico Seneca realizzò un incarto prezioso e un packaging romantico prendendo spunto dal famoso “Bacio di Hayez“. Il prodotto finito fu una scatola dallo sfondo blu con un uomo ed una donna abbracciati ed intenti a scambiarsi un profondo bacio d’amore, ed i gioielli al suo interno avvolti in una carta argentata con la scritta “Bacio” in blu.
In conclusione io trovo che questo dolce sia pura arte, sia culinaria che concettuale. Ci troviamo di fronte ad un esempio lampante di come una cosa così piccola e semplice come un cioccolatino, possa diventare un potente simbolo del made in Italy.
E voi che ne pensate? Può davvero un’infatuazione trasformarsi in una creazione straordinaria oppure è stato semplicemente il frutto della fusione di tecniche e menti brillanti? O magari entrambe le cose? Perché si sa.. spesso la verità sta nel mezzo! Attendo i vostri commenti!
NB. Questo articolo non è finalizzato alla sponsorizzazione del prodotto
Qua la mano! Valeria