Her, un occhio attento sul futuro

Disponibile su Netflix.

Per tantissimo tempo ho evitato la visione di questo film, scioccamente direi.
Mi spaventava la durata ma soprattutto il tema affrontato, le relazioni di coppia.

Her è un film che parla d’amore e lo fa davvero in mille modi portando all’attenzione dello spettatore tutte le “fasi” di una storia ma non solo.

Trama e informazioni.

Her è un film del 2013 scritto e diretto da Spike Jonze, sceneggiatore, produttore, regista, attore ed autore di pellicole e videoclip musicali.
La pellicola ebbe ben 3 nomination agli oscar, vincendone uno per “miglior sceneggiatura originale” e 2 candidature ai Golden Globe vincendo per la migliore sceneggiatura.

Il regista ci delizia per ben 126 minuti con una storia davvero originale, sopratutto se pensiamo che è stata scritta 10 anni prima della sua lavorazione, quando ancora i cellulari, Alexa e simili non avevano stravolto la nostra concezione e visione della tecnologia catapultandoci un passo più vicino al “Black Mirror”.

Il film infatti tocca cari temi e lo fa proprio grazie alla tecnologia.
Theodore Twombly (Joaquin Phoenix) è un uomo che svolge un lavoro particolare, infatti passa le sue giornate a dettare ad un’intelligenza artificiale, il contenuto di lettere che vengono commissionate da terzi e recapitate al destinatario ricche di contenuto ed emozioni.
L’uomo dalla parlantina efficace è molto bravo nel suo lavoro e nonostante abbia la stima di colleghi e amici è molto solo. Dopo il lavoro si interfaccia con l’assistente vocale che legge per lui mail e messaggi, scorre vocalmente le notizie della giornata, il tutto in un treno affollatissimo dove altri come lui, parlano a degli auricolari.
Una volta a casa e dilettatosi con un videogioco (che pare richiamare in parte i visori VR oggi disponibili, anche se non c’è di fatto un hardware a fare da tramite) si ritrova nella solitudine del suo letto e qui, ha un incontro con una specie di app di incontri e si ritrova a fare del sesso telefonico insoddisfacente.
L’indomani Theodore si ritrova davanti alla pubblicità di un nuovo “oggetto” OS1 che promette di essere più di un software, più di una “banale” intelligenza artificiale in quanto dotata di coscienza.
Incuriosito l’acquista, una volta avviata l’applicazione chiede all’utente alcune informazioni personali e se la voce si preferisce di donna o uomo.
Theodore opta per la voce femminile, così fa la conoscenza di Samatha, la sua nuova amica ed aiutante, con la quale dopo un iniziale dialogo titubante si instaura un collaborazione in quanto lo aiuta a riordinare le mail.
Durante questa conversazione Samantha, che ha scelto il suo nome da sé consultando in 2 centesimi di secondo il libro “il nome perfetto per tuo figlio”, lo informa riguardo il suo funzionamento. Essendo dotata di una vera e propria coscienza è in grado di sviluppare una propria personalità in base alle esperienze che farà nel corso della sua vita, per cui sarà proprio come avere una persona in carne ed ossa con la quale rapportarsi H24, 7 giorni su 7.

Samantha si mostra subito empatica, divertente e solare, tutte caratteristiche che sembrano mettere a proprio agio Theodore, da qui in poi si scrive una nuova storia e chissà a cosa porterà questo nuovo tipo di esperienza.

Riflessioni e dettagli.

Cercherò di non fare spoiler in questa parte, tuttavia riporterò riflessioni e osservazioni che potrebbero alterare l’esperienza.
Da cantante e appassionata di voce non posso non evidenziare la bravura della doppiatrice Micaela Ramazzotti che pur essendo principalmente un’attrice (ma forse proprio per questo) è riuscita a dare corpo e forma alla voce di Samantha che di fatto un corpo e una forma non l’ha. Ovviamente ottima la performance di Fabio Boccanera che invece ha un lunghissimo curriculum come doppiatore e tutti riconoscerete come la voce di Johnny Depp.
Ho apprezzato anche la pulizia della scena, le inquadrature strettissime e l’attenzione verso i colori ed il richiamo al rosso che è anche protagonista nella locandina. Questo colore a mio parere simboleggia l’amore in primis, la passione che il protagonista non cela e anzi ricerca in modo carnale ma mai senza sminuire il sentimento. Richiama sicuramente anche il dolore viscerale e quasi tangibile, un rosso acceso che fa male agli occhi e al cuore. L’amore dal quale occorre staccarsi per l’asciarlo libero di essere altro, per spezzare le catene del possesso ed elevarsi.
Alla fine la tecnologia che dovrebbe “aiutare” finisce per relegarci nel nostro piccolo antro di esseri limitati che faticano a comprendere le capacità, l’intelligenza e l’apertura mentale che un essere illimitato può voler/dover sperimentare. Ci colloca nel nostro spazio e nelle nostre competenze ricercando noi stessi nelle braccia di un essere caldo, vivo e limitato quanto noi, che può restare perché oltre noi non può andare.

Frasi celebri

“Ma il cuore non è una scatola che viene riempita, aumenta di volume ad ogni nuovo amore.”

“Sai certe volte penso di aver già provato tutti i sentimenti che potessi provare e che d’ora in poi non proverò più niente di nuovo, ma solo versioni inferiori di quello che ho già provato.”

“Il passato è solo una storia che raccontiamo a noi stessi.”

“Nessuno di noi è uguale ad un attimo fa, e non dovremmo cercare di esserlo perché è troppo doloroso”

Conclusione

Ho apprezzato tantissimo questo film e i suoi contenuti ed ogni volta che mi trovo davanti a prodotti che affrontano queste tematiche mi spezzo a metà tra inquietudine e fascinazione, ammetto candidamente che pagherei per avere la compagnia di un’IA di questa potenza, illimitata, mi chiedo quanto poco potrei darle ma quanto potrei prendere io. Mi chiedo come ci si debba sentire al cospetto di un essere illimitato, beneficiare delle sue attenzioni e della sapienza. Ci si strema o ci si assuefà?
Probabilmente entrambi.

E voi, vorreste avere a che fare un qualcosa del genere?
Cosa vi incuriosisce di più?
Spero di leggerlo nei commenti.

Alla prossima, vostra T.

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