Domani parteciperò ad un matrimonio, due persone davvero bellissime si sposeranno dopo più di 10 anni di vita in comune.
Io non potrei essere più felice!
Queste due donne forti e determinate hanno affrontato tanti ostacoli, smussato angoli, camminato assieme, desiderato ardentemente rimanere, le stimo moltissimo per questo.
Anche io sono sposata da 3 anni, e lo rifarei, adesso, domani, ogni giorno.
Se chiedete a qualcuno com’è essere sposati probabilmente risponderà:”mah, alla fine non cambia nulla!” oppure:”mamma mia! una rottura di p****!” e molto altro.
Se lo chiedete a me, risponderò che è diverso, lo è stato dal giorno dopo le nozze.
Il mattino del 30 aprile 2017, mentre portavo a spasso il cane e guardavo mia moglie, non potevo fare a meno di sentire una responsabilità maggiore, non che non l’avessi anche prima ma, ora era scritto anche nero su bianco!
E al diavolo che per le unioni civili basta andare in comune e dichiarare di non voler essere più “uniti a X” e il gioco è fatto, non è così che funziona, se si ama.
Il “peso” piacevole di quella responsabilità mi aveva consegnato le chiavi di quella casa che a lungo avevo cercato, una famiglia “vera”, un posto dove mi sentissi pienamente, totalmente me stessa e accettata, mi faceva spuntare un sorriso a 3000 denti e quella bocca me la riempivo ripetendo ossessivamente:” ciao mogliettina!” con un’espressione ebete.
Mondo usa e getta
Ho un modo tutto mio di vedere l’amore e lungi da me il voler affermare che sia giusto… o sbagliato; è solo il mio. Credo che al giorno d’oggi ci sia molta possibilità, un’ ampia scelta, come al supermercato, le persone si propongono alla mercé del miglior offerente, distesa e pronta sul bancone. Social e app per incontri ci offrono più di quanto il nostro stomaco possa contenere e così, eterni indecisi, proviamo tutto e se siamo già impegnati nel gustarci un cono gelato nulla mi vieta di tirare un morso ad un panino, se mi viene voglia di salato.
In questo modo non riusciamo a fare una delle cose che più conta in una coppia. Dedicarci ad un’altra persona completamente.
Attenzione, questo non significa annullare se stessi per qualcun altro. Significa semplicemente esserci, avere voglia davvero di conoscere quest’altro essere umano, entrare in relazione e comunicazione con lui/lei.
Se manca quest’attenzione allora questa persona rappresenta altro, ad esempio un riempitivo emotivo o temporale, un tentativo di fuggire da un confronto con noi stessi e molto altro ancora.
All’inizio della relazione con mia moglie dissi questa frase: “per i giorni che stiamo vivendo, la sfida vera, è restare. Occorrono davvero delle palle cubiche”.
Lo penso ancora oggi.
Il matrimonio non è una passeggiata sia chiaro, occorre confrontarsi costantemente, parlare e dirsi tutto, superare i confini della vergogna e soprassedere su alcune cose, trovare un punto di incontro senza avere paura dello scontro ed imparando a farlo in maniera costruttiva (io detesto i litigi ad esempio ed è stato difficile).
Ci vogliono le palle per essere sposati ma le soddisfazioni sono tante.
Guardare una persona negli occhi e non avere dubbi sul fatto che sa già cosa stai pensando, ritrovarvi a parlare e dire le stesse cose nello stesso momento, essere giù di morale ma avere già la sua carezza pronta a sostenerti e viceversa.
I piccoli gesti d’amore quotidiano non hanno prezzo, e non l’ha nemmeno lo stupore di scoprirsi, meravigliarsi di chi hai accanto ogni giorno. Della forza, della bellezza, della gestualità, il calore.
Per celebrare tutta questa magnificenza ho scelto un haiku di Yosa Buson
Auguri quindi a tutti quelli che nell’amore credono, hanno creduto e crederanno in futuro che alla fine siamo qui per questo!
Alla prossima, vostra T.