Gianna Nannini: quando l’imperfezione è pura arte

Questa Donna può essere definita in tanti modi, trasgressiva, alternativa, una forza della natura… una vera icona del panorama rock italiano! 

È l’esempio calzante di come un’apparente difficoltà possa trasformarsi nel proprio cavallo di battaglia, e per questo spirito combattivo, per questa volontà di ferro, mi sento di classificare Gianna Nannini come una delle mie prime artiste italiane preferite.

Nel 1974, in un panorama italiano dove il cantautorato maschile la faceva da padrone e le voci femminili sono pulite e acute, ecco che improvvisamente una punta d’inchiostro nero finisce su un candido foglio bianco. Questo inchiostro è la nostra regina del rock il cui suo primo esordio avviene proprio in quel periodo.

Con il suo aspetto mascolino e la voce roca e graffiante la Nannini affronta un’epoca musicale fatta di perfezione ed armonia con la sua grinta e sfrontatezza, portando grazie alla sua personalità e al suo timbro non convenzionale, innovazione e trasgressione.

Precorritrice di uno stile rebel rock fatto di mille sfaccettature già presente all’estero dove vediamo tra le artiste più famose nel panorama femminile dell’epoca Janis Joplin, è l’ideale di bellezza femminile del tutto anticonvenzionale. 

La nostra Gianna ha portato una svolta rockeggiante con il suo stile unico che trasmette la voglia di dire la propria scontrandosi con la canonica realtà stereotipata. Un sound energico, quasi animalesco che non dipinge più la donna come una dolce creatura, ma come un’entità autonoma in cerca di rivalsa in un mondo musicale dominato principalmente da figure maschili.

Ho scoperto quest’artista nel 2001 grazie all’uscita del cortometraggio animato Momo alla conquista del tempo, le cui colonne sonore sono state scritte da lei e poi rese parte dell’album Aria (2002) che sarebbe uscito l’anno successivo.

Ricordo che dopo quella visione (all’epoca avevo 11 anni) ho chiesto ai miei genitori di poter fare delle ricerche sull’artista, quindi con il loro aiuto ho navigato su internet alla ricerca d’informazioni e discografia. L’album che attirò maggiormente la mia attenzione fu Scandalo (1990), la sua voce così particolare, i testi energici ed emancipati mi conquistarono letteralmente.

La Nannini riuscì ad infondermi coraggio, a comunicarmi che la diversità non è un difetto, ma un pregio da coltivare e sfruttare, che essere una donna che non si adatta ai clichè poteva essere il mio destino.

Grazie a lei notai più facilmente le mie potenzialità e accompagnandomi durante la mia crescita, l’adolescenza fatta di stereotipi nei quali non mi ritrovavo non mi sembrò più così pesante.

Nei momenti di sconforto e solitudine Cuore zingaro e Fotoromanza mi davano la carica, e Sogno cullava teneramente le mie mille emozioni.

La sua dolcezza graffiante mi ricorda tutt’ora che la forza non è necessariamente sinonimo di durezza, che energia non è sinonimo d’insensibilità, che posso essere quello che voglio nonostante tutte le difficoltà che la vita mi mette di fronte.

Hey bionda e Lei sono state due canzoni fondamentali per la mia presa di coscienza riguardo la mia sessualità, attraverso i loro versi mi sono sentita accettata, compresa e non più sola. 

La nostra rocker non è solo una grande artista, ma una persona che è riuscita a trasformare l’imperfezione in innovazione, questo secondo me è il suo aspetto caratteristico più interessante ed è un concetto sulla quale v’invito a riflettere. 

La perfezione non esiste e se anche fosse non credo che sarebbe così Fenomenale. Penso che l’unicità e la diversità siano le qualità più belle che rendono il nostro mondo così colorato e variegato.

La vera forza sta nel riuscire ad amare indipendentemente da tutto il grigio che ci circonda ed anzi, questo può solo che stimolarci in positivo spingendoci a portare sempre più colori nella nostra realtà.

Per concludere sostengo che il percorso lavorativo ed umano di questa Donna sia davvero affascinante ed interessante, se volete saperne di più vi lascio il link del suo sito ufficiale.

A mio gusto personale i suoi album migliori restano California (1979), Profumo (1986) e Malafemmina (1988) anche se non è detta l’ultima parola, infatti il 15 novembre 2019 è uscito La differenza che probabilmente potrà aggiungersi in questa mia top Nannini, sebbene sia, per miei attuali gusti, più affine allo stile dei suoi primi esordi.

Se anche voi apprezzate la voce particolare di Gianna Nannini, vorrei sapere quali album/canzoni vi sono piaciuti di più? 

Avete un artista preferito/a o che vi ha accompagnato in un periodo particolare della vostra vita oppure entrambe le situazioni? 

Sono come sempre curiosissima di leggere i vostri commenti e fare una bella chiacchierata con voi!

Qua la mano! Valeria

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