Sono una praticante Reiki da quattro anni.
Si sente parlare spesso del Reiki come una forma di autocura new age per hippie rimasti fermi agli anni ’70.
Bene.
Facciamo chiarezza.
Storia del Reiki
Questa pratica è stata ricevuta e portata avanti dal monaco buddista Mikao Usui (1865-1926) che, dopo tre settimane di digiuno e meditazione sul monte Fuji, raggiunse l’illuminazione ricevendo come dono per la sua saggezza l’arte della guarigione grazie alla manipolazione dell’energia vitale.
Quest’arte prende il nome di “Shin shin kaizen Usui Reiki ryoho” ovvero “Metodo Reiki di Usui per migliorare mente e corpo”.
Nel 1922 aprì a Aoyama (Tokyo) la “Usui Reiki Ryoho Gakkai” dove praticava reiki e aiutava le persone che volevano ricevere questo trattamento.
Nel 1925 si spostò a Nakano (Tokyo) per donare la sua arte ad ancora più persone, la sua fama crebbe e venne chiamato ad insegnare e praticare trattamenti in diversi paesi giapponesi.
Morì il 9 marzo 1926.
Da allora la sua dinastia e i discepoli si occuparono di portare avanti il Reiki che sbarcò anche in America, dove la sua natura venne “arricchita” da altre materie esoteriche.
Una filosofia di vita
Questa è la mia risposta quando mi chiedono cosa sia il Reiki.
Quest’arte viene spesso privata della sua identità spirituale, viene posta invece molta enfasi e fantasia sull’utilizzo dell’energia Reiki facendo apparire questa pratica come un atto semplicistico di imposizione delle mani sul corpo ed immediata guarigione.
Inutile dire che non è così.
Il Reiki innanzitutto è una pratica spirituale in cui occorre seguire 5 semplici precetti.
Kyo dake wa – Solo per oggi
Ikaruna – Non arrabbiarti
Shinpai suna – Non preoccuparti
Kansha shite – Con gratitudine
Gyo wo hageme – Lavora diligentemente
Hito ni Shinsetsu ni – Sii gentile con gli altri
Ora riflettete,
Sareste in grado di trascorrere una giornata intera rispettando tutti questi precetti?
Non credo. Ecco, qui sta la vera pratica del Reiki.
Percepire le energie sottili non è facile ma è possibile, vivere rispettando i principi del Reiki lo è un pochino meno ma anche qui, si tratta di fare pratica, appunto.
Una palestra spirituale di tutto rispetto.
Ma cosa fa esattamente un operatore Reiki?
L’operatore Reiki è una persona che ha ricevuto gli insegnamenti filosofici alla base della pratica, è a conoscenza delle 12 posizioni per il trattamento ed è consapevole della sua funzione di mero canale di passaggio per l’energia Reiki, ovvero l’energia in cui siamo immersi.
Quindi è importante capire che non c’è alcun “potere sovrannaturale” nel Reiki, non c’è energia direzionabile, nessuna volontà trasferibile etc etc.
Nulla di esoterico, nulla di misterioso, semplicemente passaggio di energia universale.
Come avviene una seduta Reiki?
La persona viene accolta in un ambiente sereno e confortevole.
Ci si può stendere su una stuoia o su un lettino per massaggi, stare seduti sulla sedia non ci sono posizioni particolari, basta che sia comodo per la persona riceve il trattamento.
L’operatore comincerà a trattare i 12 punti base per poi concentrarsi dove sentirà Byosen, ovvero il bisogno di trattamento.
Quando l’operatore sente di aver concluso sciogliendo il Byosen o quando il trattato sentirà di aver concluso, la seduta termina.
Durante il trattamento è possibile restare in silenzio oppure parlare tranquillamente del più e del meno come se foste dal parrucchiere.
Tanti tipi di Reiki
Il Reiki di cui vi ho parlato è quello di derivazione Giapponese, quello originale ma ci sono moltissime scuole di Reiki e alcune sono di derivazione occidentale (scuola americana) che ha arricchito di altre pratiche (che però non hanno nulla a che vedere con il Reiki, provengono da altre culture e studi) come la cristallo terapia, fiori di Bach, agopuntura, shiatzu, Chakra etc
Molto spesso quest’integrazione viene fatta per giustificare prezzi spropositati chiesti per frequentare i 3 livelli per arrivare ad essere master Reiki.
Al livello n. 1 l’allievo impara ed applica la filosofia Reiki per il tempo che il maestro ritiene necessario, si è comunque invitati a praticare quotidianamente le 12 posizioni di trattamento per favorire l’ascolto della propria energia e prendere coscienza di sé per almeno 21 giorni.
Si può inviare Reiki anche a oggetti, alimenti per favorire il riequilibrio energetico.
Al livello n. 2, l’allievo può trattare altre persone oltre sé stesso.
Al livello n. 3, l’allievo può aspirare a diventare master Reiki, ovvero insegnante.
Chiaro è che chi arriva al livello n. 3, dovrebbe aver maturato una consapevolezza di sé e della pratica molto alta. Questo non è sempre vero e purtroppo non è raro imbattersi in sette con strane gerarchie, grosse somme di denaro da sborsare etc.
Vi prego di prestare la massima attenzione e anche se potrà capitare che ve lo dicano, il Reiki non è un’energia magica che cura tutte le malattie! Affidatevi sempre a medici competenti per ogni tipo di disturbo!
Come vivo il Reiki
Da brava scettica quale sono sempre stata, ero restia ad avvicinarmi al Reiki.
Ho finito con il ricredermi.
Ricorderò sempre che la mia insegnante mi chiese dopo aver conseguito il primo livello se credessi nel Reiki. La mia risposta non è mai cambiata.
Sono una creatura troppo limitata per spiegarmi cose che non sono in grado di capire, posso però percepire delle energie sottili, dei movimenti, i sentimenti delle altre persone.
Di conseguenza non posso affermare con certezza se il Reiki esista o meno, posso solo avere fede se quello che il Reiki mi porta è benessere.
Cerco quotidianamente di seguire i 5 precetti, a volte riesco a seguirne solo uno, a volte tutti, a volte nessuno. La ricerca dell’equilibrio dentro e fuori, è questa l’energia che il Reiki muove. L’attenzione, il qui e ora, lo stare bene con se stessi.
In questo credo.
Alla prossima, vostra T.