Fin da piccoli, la lettura ad alta voce ci accompagna.
Se siam fortunati abbiamo avuto una mamma, un papà, una nonna che hanno aperto libri per permetterci di entrare in un mondo meraviglioso, fatto di immagini, di sogni, di avventure ed emozioni.
Poi la lettura l’abbiamo ritrovata a scuola, di nuovo fortunati se l’insegnante dedicava il tempo per proporci storie accattivanti e magari capaci di leggerle emozionandoci; meno fortunati se i libri erano compiti a casa, non scelti da noi, con l’onere di farne riassunto, analisi e psico-analisi.
E chi non ricorda la lettura fatta in classe di qualche opera dagli stessi studenti, un brano a testa, letto senza la benché minima espressione, con una cantilenante cadenza dialettale, con noia incorporata.
Oggi, per fortuna, qualcosa è cambiato.
Qualche insegnante ha colto il valore del piacere della lettura e quindi offre la libertà di scelta.
Qualche genitore ha colto la bellezza (e l’importanza!) del continuare a leggere per i propri figli anche dopo la loro capacità di farlo.
Leggere un libro significa condividere con chi ascolta un percorso emozionale fondamentale, significa aprire una porta su un mondo interiore, importante per la crescita e il benessere psico-fisico e molto altro ancora.
E per leggere non serve fare corsi di dizione!
Servono pochi e semplici accorgimenti: articolare bene le parole, fare delle pause che sottolineano l’emotività, non essere monotoni e soprattutto “ascoltare” le parole perché ognuna di esse porta con sé il suo significato.
Leggete, dunque, senza imporre e imporsi… leggete con passione divertendovi a scoprire che la vostra voce racconta personaggi, che può diventare simpatica, autorevole, appassionata, stramba…
Leggete con l’animo leggero e senza giudizi e per lasciare il puro piacere al vostro ascoltatore non chiedete mai se la lettura è piaciuta.
Andrà da sé…
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