Margherita Vicario ha fatto BINGO!

Finalmente eccomi qui a scrivere un articolo a cui tengo molto!

Ho conosciuto quest’artista grazie ad un’amica che me ne ha suggerito l’ascolto ed ho amato immediatamente il suo modo di giocare con le parole, l’espressività della sua voce che dona a Bingo, un carattere unico.

Le 14 tracce proposte hanno un sound variegato, pare quasi di trovarsi seduti davanti ad una tavola imbandita di ogni ben di dio, abbiamo un po’ di pop, di rap, dance, indie, trap ma poi arrivano anche sonorità lontane; suoni tribali, orchestre sontuose e accordi malinconici.
Alla Vicario però, la sola musica non basta, il messaggio è il fine ultimo. Sassolini nelle scarpe, consapevolezze, gioie e dolori, nei suoi testi se ne sentono di tutti i colori.

Sono moltissimi quindi i temi trattati, dal femminismo, alla politica, alla questione immigrazione, la religione, il denaro, la società, la vita e la morte e non ultimo per importanza, l’amore.
Tuffiamoci dunque in questo viaggio.

Condivido il video sotto ogni brano affinché possiate ascoltare leggendo il paragrafo annesso, come sempre tutte le opinioni espresse sono una personale interpretazione e visione.
Riporterò anche un voto al brano in una scala da 1 a 10 e tra virgolette la parte del testo che ritengo più significativa.

BINGO

Brano introduttivo che sprizza energia da tutti i pori e che mi ha fatto davvero venir voglia di andare al bingo!
Un esplosione di colore, un’allegria agrodolce che rispecchia l’Italia intera, trash e superstiziosa, che si affida al fato, a qualcuno che guardi giù per alleviare le sofferenze e ci regali un colpo di fortuna. Un basso profondo e i bonghi ci proiettano in un clima di festa dove risuonano forti le parole “bingoooooooooooooooooo”.

Parte preferita del testo:
“Cercan fortuna sopra a un aereo
Un mondo migliore solo con un euro per me
Che ho fatto di tutto per te
Che ci ho creduto, sperato
E che aspettavo solo te per fare… bingo”

7,5/10

Orango Tango

Una canzone leggerissima e pesante allo stesso tempo. Margherita si diverte con il francese e ne fa un bel rap, così giusto perché lei può farlo e farlo bene oltretutto, sembra quasi burlarsi di un mondo chiuso al femminile in cerca di feat e citazioni. Ma c’è spazio anche per per altro e in poche righe colpisce e affonda politica e società.

In questo passaggio viene rappresentata la pochezza che si riesce a rasentare quando, del proprio vissuto, riusciamo a vendere solo qualcosa di interessante per pochi spicci o per un momento di celebrità.
“Ma la senti questa voce?
Io ce l’ho ma non mi serve proprio a niente
Voglio solo raccontare le mie storie
Ma se poi alzo due spicci ancora meglio”

In questi versi invece vengono fatti nomi e cognomi e parte automatica la standing ovation al primo ascolto…
“Per cinquemila milioni mi tatuo Giorgia Meloni… Faccio un bel Family Day, ma senza preti e massoni…”
o ancora
“Vado ai Quartieri Spagnoli, A regalare milioni, Ne do cinquanta a De Luca, Se si leva dai coglioni (ignorante)…”

9/10

Come va

Un Rap genuino che poi si arrende alla melodia e che nei primi versi trasmette la canzone per quello che è; uno specchio limpido della vita.
Sfido chiunque ad affermare di non essersi imbattuto in nessuno dei momenti descritti, “coi problemi in famiglia, con il peso sul petto” oppure trovarsi a fare i conti con “l’invidia, il sospetto” con “la paura fa andar tutto storto”. Poi esattamente come accade ad ognuno di noi, incontriamo qualcuno che ci chiede: come va?
Qui si aprono due scenari, quello della quotidianità rappresentata anche attraverso il bellissimo video e dalle parole del ritornello, ovvero, ci si confronta e conforta con gli altri.
L’altra riflessione che potrebbe scaturire riguarda quanti vorrebbero aprirsi e invece si nascondono (per paura d’ammissione o per non disturbare) in un tutto bene grazie.
Inoltre ho apprezzato che nel video siano presenti solo donne che, da sempre sono viste come incapaci di supportarsi a vicenda prese da un’eterna rivalità ed invidia… e invece, guarda un po’, non è così.
La musica morbida, mai invadente e decisamente sognante ci catapulta in una realtà vicinissima e che tra le righe si risolve bene anche se, “l’altro giorno mi hai detto che volevi morire”.

Parte preferita del testo:
Beh, beh, beh, sono stata a volte meglio
Sì, ma sai com’è questa vita, qui basta uno sbaglio
Solo per perdere un treno, ma chi se ne frega
Faccio altro, passerà un aereo
Ma so che non è vero, è una bugia

10/10

Troppi preti e troppe suore

Una canzone che sembra nascere dalla difficoltà di scrivere qualcosa di non già detto, espresso, eppure di cose “a caso” se ne dicono tante e fanno tutte centro.
Potrebbe sembrare una critica alla chiesa ma, come affermato dalla stessa Vicario in varie interviste, così non è.
Troppi preti e troppe suore si riferisce semplicemente a fatto che solitamente ci si “immischia” esprimendo anche giudizi non richiesti su avvenimenti che non ci competono o di cui non sappiamo abbastanza, delicati e davvero troppo personali e dolorosi.
Ognuno dovrebbe restare nel suo o ascoltare gli altri ma senza il peso del giudizio, abbracciando ciò che è meglio per se abbandonando una guerra inutile su chi ha ragione. A rappresentare la libertà e la purezza che dovrebbe muovere il mondo nel bridge del pezzo viene usato un coro di bambini/ragazzi molto particolare.

Parte preferita del testo:
Io il senso di colpa ancora non ce l’ho
Quindi vaffammocca, dove non lo so
‘Na guallera ‘sta storia del peccato originale
Che infatti anche a mia madre la trattate sempre male

8/10

Xy

Primo feat dell’abum insieme ad Elodie.
Brano dalle sonorità avvolgenti, tra oriente e un beat incalzante si parla di uomini e donne, delle difficoltà e degli stereotipi che a volte sono realtà. Questi però non vengono condannati ma trovano accoglienza ed accettazione, alcune cose sono così e basta.

Parte preferita del testo:
La guerra è femmina, però la fanno gli uomini
La stessa storia, cambia solo l’Anno Domini
La donna vergine vestita in seta pura
È un chiodo in testa un buco della serratura

7.5/10

Fred Astaire

Restiamo in tema sentimenti e amore con questa ballad dolcissima dalle sonorità retrò ma con un beat decisamente attuale. La dolcezza di un rapporto vero fuori dal cliché vede protagonista un uomo dolce, generoso, che cura, ci risolleva e ci fa sentire il centro del mondo.
Impossibile non sciogliersi.

Parte preferita del testo:
Come mi parli te
Quando mi guardi te
Mi sento Maradona sotto porta
Adorata più della Madonna
Tutti che mi fanno i cori, sento solo te

8/10

Dna (Oh Putain!)

Il corpo in tutte le sue “forme” e sfumature. Un analisi di come viene vissuto nel bene e nel male da se stessi o dagli altri. Lo scorrere del tempo, i suoi effetti, i limiti e il peso sulla vita e sulla psiche.
Il nostro corpo ci rappresenta, ci taglia fuori mettendoci i bastoni tra le ruote o ci agevola facilitandoci le cose, è di fatto la prima cosa che vedono gli altri e che viene posto sotto continuo giudizio.
Ed è proprio quest’ultimo a permeare la nostra vita. Paragoni, desideri, inadeguatezza si indossano quotidianamente, ci cambiano fino a renderci altro. Però il corpo può essere bellissimo, prezioso anche dopo la morte e quindi?
Non resta che accettare che siamo fatti in un certo modo e che per quanto si possa cambiare è una questione di DNA.

Parte preferita del testo:
“La domanda è: stronzo ci nasci o ci diventi?
E ci diventi più avanti negli anni o già intorno ai venti?
E conta di più quello che mangi o come la pensi?
Conta di più come sei nato, dove sei nato o quanto ti impegni?”

“Lei si arrampica come un’elica (di DNA)
Se non la ascolto poi lei si vendica (di DNA)
Io la chiamo voce e tu anima (di DNA)
Ma è solamente una questione di DNA”

“Dalle mie ossa prendi carbonio e facci un anello
Duemila gradi e diventa un diamante, uh, pensa che bello
Puoi tenermi tra le dita tutto il tempo
Il resto del mio corpo in cenere dispersa al vento”

10/10

Il lavoro di Margherita merita attento ascolto e riflessione, per questo vi lascio il tempo di metabolizzare e il nostro viaggio attraverso Bingo vi attende nella seconda ed ultima parte dell’articolo!

Alla prossima, vostra T.

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