Levante: la sua scoperta, la sua impronta ed il mio grande amore…
Ci sono eventi che capitano a caso ma che di casualità non hanno nemmeno il retrogusto.
Era una mattina d’inverno del 2013 e mentre sbuffando mi recavo in ufficio per una lunga giornata di lavoro, incappai nell’ascolto di una voce fuori dal coro, di una canzone fuori dal coro, con un testo fuori dal coro e che in qualche modo mi rispecchiava.
Il brano si intitolava Alfoso. Era il singolo di Levante (cantautrice italiana) che non conoscevo fino a quel momento, di cui scaricai il cd la sera stessa ma che ascoltai molti anni dopo.
Facciamo un salto temporale ed arriviamo al 2016, ottobre. Dall’aprile dello stesso anno la mia vita prese una piega inaspettata, ogni certezza, ogni appiglio, ogni convinzione si scioglieva come neve al sole continuamente. Anche i miei gusti musicali cambiarono improvvisamente così cominciai a frugare nel mio HD per trovare qualcosa di nuovo.
Vidi “Abbi cura di te” tra le cartelle. Non c’era nemmeno scritto fosse l’album di Levante ma quel titolo sembrava un invito troppo calzante per essere ignorato. Così ne feci un cd e nei miei lunghi viaggi in macchina mi innamorai di parole che sembravano estrapolate dalla mia vita, dai racconti che avrei potuto fare ad un’amica, dal mio cuore un po’ tumefatto.
La prima canzone fu la causa del mio colpo di fulmine Le lacrime non macchiano”, era perfettamente (in modo inquietante) calzante con gli ultimi mesi della mia vita. “Abbi cura di te” era quello che avrei voluto il coraggio di dire ad una persona davvero molto importante per me. “La rivincita dei buoni” sembrava raccontare tutta la mia vita, il mio modo d’essere ed il tormentato rapporto con gli altri. “Lasciami andare” era un augurio che facevo a me stessa, alla mia difficoltà a mollare anche le cause perse, che si soffrirebbe meno se s’avesse il coraggio di salutarle con il sorriso, tenere il buono, senza trasformarsi in mostri assetati di rancore, cose non dette, malesseri taciuti, lacrime sottobanco e poi, l’augurio più grande.
Poi “Mi amo”, cosa che ancora oggi fatico a fare. Quant’è complicato volersi bene?
La ciliegina sulla torta, “Finché morte non ci separi”. Un’inno per me, per la mia storia al fianco di una persona per la quale ho davvero lottato, pianto, gioito, vissuto. Come mai avevo fatto prima. Con una forza che non avevo mai avuto prima. Per la quale ho cominciato davvero a svegliarmi dal torpore.
In questo cd però mancava proprio quella canzone che aveva dato il via al tutto 3 anni prima. Quindi via con il recupero della discografia! Fu amore anche per Manuale distruzione, per i suoi testi tormentati, per la rabbia, per la voglia di emergere che era ed è tutt’ora anche la mia.
Il collante che mi tiene salda a quest’artista che si discosta parecchio da quelli che sarebbero i miei ascolti usuali, sono proprio i testi.
Genuini, diretti e davvero troppo calzanti con momenti specifici della mia vita o pensieri che hanno transitato nella mia testa per restare indifferenti. Non sono mai riuscita a spiegarmi come mai mi sia arrivata così dritta al cuore ma mi ci rivedo, mi ci rispecchio come negli specchi che spesso abitano le sue storie su instagram.
Sabato 23 novembre assisterò al suo concerto al forum di Assago. Sarà la quarta volta che la ascolto live e devo ammetterlo, rende ancora di più. Nessuna imperfezione o sbavatura nell’esecuzione riesce ad offuscare l’aura luminosa che la contraddistingue. Ci mette tutto, dà tutto di sé, e forse è proprio in questo che siamo affini?
Questo il mio consiglio all’ascolto per questa nuova rubrica in partenza su Persona 360°. Lascio il link alla sua pagina Wikipedia QUI per approfondire se vi va! Fatemi sapere se conoscete Levante, se l’amate oppure no e se sarete al concerto! Ci incontreremo di persona!
Alla prossima vostra T.