Muta vocale: come, perché, cenni storici.

La muta vocale è un fenomeno fisiologico assolutamente normale che tutti gli esseri umani sperimentano nell’età dello sviluppo.

Alcuni di voi sapranno che le voci si dividono (dalla più acuta alla più grave) in:”soprano, mezzosoprano e contralto” per le donne e:”tenore, baritono e basso” per gli uomini, mentre le voci dei bambini sono dette bianche indipendentemente dal sesso. Quello che molti ignorano è che tra queste due tipologie di voci, infantile ed adulta, c’è un momento di cambiamento più o meno repentino detto “muta vocale” che si manifesta nelle bambine e bambini in maniera differente.

Come avviene e perché?

Il corpo cambia e cresce continuamente ma se all’esterno è tutto ben visibile lo stesso non si può dire per l’interno ed ecco quindi che bambini con la voce angelica si ritrovano con il vocione. Questo accade perché a causa dei cambiamenti ormonali le strutture della laringe cambiano aumentando le loro dimensioni ed aumenta anche la massa delle corde vocali.

Quando avviene la muta vocale e quanto dura?

Per le ragazze la muta si ha con il primo menarca tra i 9 ed i 13 anni, la voce varia di poco (1 tono e mezzo al massimo) mentre per i ragazzi il periodo è più ampio, va dai 10 ai 17 anni. Il cambiamento nei ragazzi è molto più importante, la voce si abbassa anche di un’intera ottava e durante questa fase la voce si trova in una condizione di assestamento che la porta ad avere continue oscillazioni. Nasce quindi nel ragazzo il disagio di non riuscire a esprimersi senza che la voce “slitti” o si spezzi e viene quindi a mancare l’identità vocale. Sarebbe buona cosa affidare le persone particolarmente in difficoltà a figure professionali apposite come psicologi, logopedisti e foniatri.

Nella storia… una qualità da sfruttare!

Senesino

Tra il XV e il XIX secolo nacque una pratica molto particolare che interessò moltissimi bambini maschi: la castrazione. A quell’epoca il repertorio barocco richiedeva virtuosismi ed una timbrica al limite dell’umano, tali che qualunque voce canonica non avrebbe potuto soddisfare tale richiesta. Così questa pratica prese facilmente piede anche a causa del fatto che le donne non potevano cantare in chiesa. Molti genitori, soprattutto delle fasce meno abbienti, facevano castrare i bambini nella speranza di ingaggi per dare loro un futuro certo, ma la storia ci racconta che soltanto pochissimi ci riuscirono.

Castrando i bambini tra i 7 e i 12 anni si poteva ottenere un cantante con un’estensione vocale di molto superiore, con una vocalità che restava bloccata in una dimensione fanciullesca dato che la laringe interrompeva il suo normale sviluppo. Questa ricerca dello stupore e dell’antinaturalismo non aveva conseguenze sulla sola voce del bambino ma chiaramente anche al suo aspetto, infatti oltre alla laringe anche il resto del corpo smetteva di sviluppare le caratteristiche proprie del sesso maschile. Ma questo non significa che smettesse di crescere. In età adulta questi bambini cresciuti presentavano assenza di barba e baffi, folti capelli che non avrebbero subito gli effetti della calvizie ed un torace molto sviluppato che li dotava di una capacità respiratoria fuori dal comune. Unendo a questo delle cavità di risonanza ben sviluppate e delle corde vocali corte ecco la nascita del sopranista/contraltista.

Ne potete sentire degli esempi cercando in internet i nomi di: Farinelli, Caffarelli, Ferri e Senesino.

Farinelli

Curiosità:

  • La castrazione a scopo canoro era una pratica tutta italiana e condannata dalla Chiesa che però permetteva ai castrati di cantare e questo suscitò parecchie polemiche. Inoltre in tutta italia si dice ci fossero botteghe dove la castrazione venisse effettuata illegalmente.
  • Spesso i genitori vendevano i figli ad un maestro di canto che era ben felice di consigliare la castrazione all’allievo così da non dover interrompere o modificare il percorso di studi a causa della muta vocale.

Vi è piaciuto questo affascinante viaggio nella voce e nella storia? Sicuramente ora sarà più chiaro cosa accade alla voce dei vostri figli adolescenti e potrete comprendere meglio quali siano le difficoltà nella gestione della voce parlata o cantata in quest’età.

Curiosamente oggigiorno ci troviamo davanti alla problematica opposta, ovvero l’affannosa ricerca di una vocalità da adulto in età infantile, basti guardare cosa accadde qualche tempo fa grazie a vari talent show. Come si può facilmente immaginare anche questo comportamento non porta ad una buona salute per la voce, magari ne parleremo in un prossimo articolo!

Alla prossima, vostra T.

2 comments:

Da quale età si può provare a iniziare i bambini al canto?

Buongiorno, se si parla di lezioni individuali possiamo partire dai 6/7 anni, ovviamente la lezione sarà impostata diversamente da una lezione canonica, per intenderci non si chiede al bimbo di eseguire vocalizzi o performance “da adulto”. Prima di questa età si può (oserei dire si deve) approcciare il mondo del suono attraverso la propedeutica musicale, in questo caso si può partire addirittura dal nido!

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