Quando veniamo al mondo la nostra visione non è ancora completamente formata, infatti il neonato non vede come un adulto. Soprattutto nel primo anno di vita il bambino deve apprendere un modo per adattarsi al nuovo mondo in cui è arrivato, così diverso dall’ambiente protetto nel ventre della madre. Nasciamo con una serie di riflessi necessari alla sopravvivenza, ma sarà l’esperienza acquisita nel tempo a determinare la maturazione e l’apprendimento delle funzioni necessarie nella vita. La visione si sviluppa insieme al movimento, gli occhi dirigono le nostre azioni: se vedo un oggetto di mio interesse farò in modo di raggiungerlo con una determinata azione. Inoltre i primi anni di vita sono fondamentali per lo sviluppo psico-cognitivo: è il momento in cui corpo, mani, occhi, voce e orecchie diventano degli strumenti per l’apprendimento. Questo sviluppo non avviene nello stesso momento per tutti i bambini, ma si usa identificare diverse fasi in cui subentrano o vengono apprese delle nuove abilità.
0-3 mesi
Alla nascita il bambino è molto sensibile alla luce, funzione già presente dal 7° mese di gestazione, e la sua visione centrale, quindi la capacità di fissazione e acutezza visiva, è ancora in fase di sviluppo. Il neonato è però in grado di percepire le cose accanto a lui: con la sua visione periferica percepisce ombre ed oggetti anche se non a fuoco. In questo periodo è molto attratto da forme semplici con colori luminosi e con alto contrasto e che si trovano ad una distanza molto ravvicinata (circa 20 cm) perché ancora il suo sistema accomodativo non gli permette di vedere più lontano. Ancora i due occhi non sono in grado di collaborare, quindi non possiede percezione di profondità, però è in grado di attuare delle saccadi (movimenti riflessi rivolti verso uno stimolo uditivo o luminoso) e comincia a sviluppare anche la convergenza.
3-8 mesi
Dai 3 mesi gli occhi cominciano a collaborare tra loro e il bambino inizia ad inseguire gli oggetti in movimento e comincia a maturare la fovea, che permette migliore acutezza visiva e fissazione. Il sistema accomodativo continua a svilupparsi e permette la messa a fuoco anche a distanze maggiori. Comincia ad interessarsi all’ambiente esterno e alla relazione con le altre persone, mostra particolare interesse per le proprie mani e desidera toccare tutto ciò che vede e riconosce. Verso i 6 mesi i movimenti oculari sono completi e coordinati e questo gli permette di spostare lo sguardo da un oggetto all’altro. È in questo periodo che comincia a sviluppare la visione tridimensionale (Stereopsi) del mondo e, percependo le distanze, cerca di raggiungere gli oggetti di suo interesse per afferrarli e portarli alla bocca per esplorarli. Questa attività è importante per lo sviluppo della coordinazione occhio-mano. A 5 mesi comincia a rotolare e verso gli 8 mesi a strisciare e gattonare. Questo spostamento orizzontale è importante perchè è la prima esplorazione autonoma dello spazio e permette un’ulteriore maturazione motoria.
9 mesi – 2 anni
Dai 9 mesi comincia ad alzarsi in piedi da solo, a muoversi lateralmente appoggiato ad un sostegno e a sperimentare il senso dell’equilibrio. Tramite la manipolazione di diversi oggetti sviluppa sia i movimenti fini delle mani che le sue capacità intellettive. A circa 10 mesi si sviluppa la visione dei colori e riesce a valutare meglio le distanze. A 12 mesi è in grado di camminare da solo e di lanciare gli oggetti in modo più preciso, fino ai 2 anni dove la coordinazione occhio-mano, la percezione della profondità e tutte le funzioni visive dovrebbero essere ben sviluppate.
2-5 anni
Successivamente nell’età prescolare ogni esperienza è un’opportunità per crescere: la visione diventa un mezzo per guidare altre esperienze di apprendimento e sviluppo. In questo periodo affina la coordinazione occhio-mano, la motilità e la percezione visiva che prepareranno le basi per imparare a leggere e a scrivere. Le abilità visive più fini vengono acquisite in questo periodo attraverso varie stimolazioni ottenute con giochi come: colorare, disegnare, tagliare, fare costruzioni, giocare a palla.
La vista, che è la risposta alla stimolazione luminosa, è una abilità data dal corretto sviluppo anatomico dell’occhio e delle vie visive, mentre la visione non è un processo innato ma acquisito, che fornisce al bambino un’esperienza più ricca di comprensione. Da qui si capisce l’importanza di fornire al bambino tutto ciò che necessita per sviluppare le sue abilità, seguendolo nella sua crescita e stimolandolo per accrescere le sue capacità.
Se venisse saltato qualche passaggio dello sviluppo e se non venisse effettuato un controllo visivo già da piccolo, che permetta di identificare in tempo un problema, possono subentrare diverse difficoltà quali:
- Problemi di coordinamento degli occhi, che potrebbe portare a difficoltà nella visione binoculare o nel movimento di inseguimento e saccadi, utili per la lettura.
- Mancata afferenza della stimolazione visiva per eventuali difetti visivi non corretti, che potrebbe portare ad ambliopia (occhio pigro).
- Informazioni visive non integrate nel modo corretto tra di loro e con gli altri sensi potrebbero portare a difficoltà di apprendimento.
Cosa osservare nel bambino per capire quando è necessaria un controllo visivo?
I segnali che inducono a pensare ad un problema visivo sono:
- Difficoltà a riconoscere
forme e colori - Inclinazione della testa
- Occhi rossi con necessità di
stropicciarli - Distanza anomala da oggetto
osservato - Scarsa attenzione
- Difficoltà di coordinazione
occhio-mano - Deviazione occhio
- Tendenza a chiudere un occhio
Come abbiamo detto la visione è un mezzo di apprendimento per il bambino e un input visivo normale nei primi mesi di vita è necessario per lo sviluppo adeguato dell’occhio, della binocularità e delle connessioni neurali. Ecco perché è sempre consigliato effettuare una valutazione visiva, consultando anche il pediatra, almeno dai 6 mesi di vita, per verificare che l’occhio e le abilità visive si stiano sviluppando nel modo corretto.
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dott.ssa Serena Delbono
delbono.serena@gmail.com