In una notte di ottobre del 2017, nel bel mezzo di una tremenda crisi legata al lavoro (quello che facevo non mi piaceva per niente) mi misi alla ricerca di qualcosa che si avvicinasse alle mie passioni – la musica e le scienze di confine – nello sconforto del momento. Mi imbattei nella scuola “Rinascere nel suono” di Milano, che mi sembrava offrisse una valida formazione per diventare operatore olistico del suono.
L’operatore olistico del suono è una figura professionale che con l’aiuto di strumenti ancestrali come: campane tibetane, diapason, etc, cerca di riequilibrare la persona sul piano fisico e anche psichico, portandola a rilassarsi e ad ascoltare il suo io interiore e vivere più consapevolmente la propria vita.
Un trattamento può durare dai 30 ai 60 minuti e nel mentre il cliente si rilassa ed entra in uno stato di trance (a volte si addormenta). L’operatore suona intorno al corpo della persona che si sottopone alla seduta ed è possibile che ci si accordi sulle zone e modalità del trattamento prima di iniziare, tutto questo con il massimo della serenità e della tranquillità da ambe due le parti.
Una volta terminato, il cliente può raccontare le sensazioni le emozioni che ha provato durante il trattamento e questo è un momento molto importante e di crescita e scambio per entrambi.
Di certo è un lavoro emozionante che va coltivato con passione, rispetto per sé stessi e per gli altri senza giudizi ma con compassione e intenzione, due parole importantissime per chi intraprende un percorso di risveglio e consapevolezza, ma di questo parlerò la prossima volta.
Grazie, Serena.