Ecco qui, è arrivato il lunedì, come sempre.
Quanti sono i lunedì della vita? Quante ripartenze verso una settimana, una stagione, un anno?
Cos’è in realtà un lunedì.
Un giorno, un via, un momento?
Tutti i lunedì forse si somigliano ma quello di oggi potrebbe essere ricordato come un lunedì diverso.
Si riparte. Si muove un passo che ci allontana di qualche centimetro dall’immobilità, dall’impotenza e dall’incertezza di questo lock down.
Oggi qualcuno si sentirà spaesato, perché da qualche lunedì a questa parte ne è cambiato il sapore. Era forse più aspro, o dolce oppure terribilmente amaro.
Da oggi come sarà? Tornerà alla ricetta originale?
Sarà il solito terribile rancido lunedì del rientro o avrà un che di agrodolce?
Forse un lunedì è soltanto un giorno come un’altro è sta a noi condire al meglio e a nostro gusto questo piatto ricco di novità.
Forse così sarà davvero appagante tornare.
Mi sono imbattuta in questo haiku, e mi sono resa conto che racconta una cosa per me molto vera, che forse è diventata vera anche per qualcun altro in questo periodo. Per quanto ci si senta soli, o si sia costretti alla solitudine, ci sono cose che non ci abbandonano. Qui si parla di avere un’amica fidata, silenziosa, che non sputa sentenze e giudizi, che non ci dice come vivere la nostra vita ma, muta ci osserva, ed è anche in grado di spronarci quando serve.
La luna.
Io la amo quella sfera candida, la venero e la amo fin dalle notti d’infanzia in cui non riuscivo a prendere sonno, angosciata da domande esistenziali ben più grandi di qualunque uomo, figurarsi di una bambina.
Lei che è sempre stata musa ispiratrice per canzoni e versi.
Lei che pare cullarmi e rassicurarmi quando mi sento un puntino.
Lei che è solo un satellite ma per me è un sole.
Lei che mi porta la quiete ed il silenzio.
Ecco, i versi di Yosa Buson, raccontano di lei, ma anche un po’ di me, e probabilmente di qualcuno di voi in questa quarantena.
Non dimenticate quest’amica quando tutto tornerà inesorabilmente a mutare.
Alla prossima, vostra T.