Oggi è la giornata mondiale della fotografia e anche se quest’ultima mi appassiona da anni, non mi sento qualificata tanto da dedicarle un articolo… almeno non per il momento.
Allora ritorno alle mie materie e riflettendo su cosa avrei potuto scrivere, ho realizzato quanto le arti in generale possano infine somigliarsi tutte, pur servendosi di mezzi diversi.
Scrivo canzoni e nei miei testi richiamo immagini, emozioni, ricordi, odori, in altre parole… vita; e cosa fa la fotografia se non catturare attimi di vita? Gli istanti intrappolati per sempre su carta stampata o supporto digitale, diventano un nuovo modo di raccontare la quotidianità, gli attimi speciali ed irripetibili. Questo compito era affidato ai pittori fino al 1839, quando appunto nacque la fotografia. Agli occhi di chi guarda resta poi l’arduo compito di interpretare a seconda della propria versione e visione della realtà l’arte che incontra.
Se ascolto una melodia di matrice indiana qualcosa potrebbe risultare assolutamente alieno per i miei canoni “estetici” ma vale lo stesso per un nativo di quel paese se si trovasse ad ascoltare una canzone di Tiziano Ferro (nome scelto in modo assolutamente casuale).
La stessa cosa vale per un racconto, una poesia, una danza, un dipinto e altro.
L’arte ha quindi questo scopo? Tramandare ciò che non possiamo trattenere? Che sia un passo di danza, un abbraccio, una preghiera, un pianto, il dolce planare delle mani su uno strumento, camminare per strada, lo spettacolo offerto da un tramonto, l’immensità della natura etc.
La soggettività che ci permette tutto questo è il vero tesoro perché le diverse “realtà” possono infine crearne di nuove alimentando un ciclo che avrà fine solo con la scomparsa dell’uomo stesso.
In tutto questo pot-pourri di creatività trovo che proprio gli haiku siano ciò che più si avvicina all’arte della fotografia.
Pensateci, in solo 3 frasi brevi, l’autore cattura un istante. Una rana che salta in uno stagno, un tramonto, la luna nel cielo, una donna che raccoglie il riso, il volo di un uccello, il vibrare dell’acqua di una zuppa.
Attimi di vita vissuta, su cui poi possiamo ricamare gli intrecci della nostra verità, interpretarla e provare un’emozione.
Il senso degli haiku è proprio quello di essere semplici, fruibili e riportare la semplicità di un attimo, per riportare chi lo legge nell’attimo, quello che sta vivendo e arrivare allo zen interiore. Quando guardate una foto riuscite a carpirne il racconto, a viverlo in quel momento?
Oggi vi riporto gli haiku che trovo più rappresentativi in questo senso e vi invito a leggerli e creare la vostra istantanea personale nella vostra testa, proprio come se foste lì.
Un gioco interessante non trovate?
Ciliegi in fiore sul far della sera
anche quest’oggi
è diventato ieri.
Kobayashi Issa (1763-1827)
Accatastata per il fuoco,
la fascina
comincia a germogliare.
Nozawa Bonchō (1640 – 1714)
Sotto l’albero tutto si copre
di petali di ciliegio,
pure la zuppa e il pesce sottaceto.
Matsuo Basho (1644 – 1694)
Dopo tanta poesia e saggezza mi vergogno un pochino nel proporvi un mio haiku scritto per questo scatto realizzato qualche giorno fa in un bosco qui vicino. Spero vi piaccia…
Piccoli consigli per fotografare
Ricordo ancora l’emozione fortissima che provai nel tenere in mano la mia prima reflex, ne sogno ancora una in realtà dato che ho preferito una mirrorless per cominciare.
Ma prima di entrare in questi tecnicismi vi invito a considerare il fatto che, se ciò che cercate è divertirvi, anche il cellulare è un ottimo modo per fare fotografia.
Oramai gli smartphone montano fotocamere e lenti di buona qualità inoltre spesso è presente sia la possibilità di utilizzare la versione semplice della fotocamera che quella “pro”.
Nel caso in cui ci sia, potrete fare lì i vari test per cominciare a destreggiarvi con la gestione del diaframma, tempo di scatto e ISO.
Quale macchina fotografica scelgo?
Anche qui il discorso è lungo e complesso. Tutto dipende da che tipo di fotografie volete fare, qual è il livello che volete raggiungere e quanto tempo avete da investire perché più che il messo è importante curare il proprio senso estetico, l’occhio del fotografo fa la fotografia e non il contrario. Inoltre più che investire sulla macchina fotografica in sé, sarebbe più opportuno spendere qualcosa in più per gli obiettivi cosa che permette di variare con la tipologia di fotografie che potete fare.
Ora, piccola precisazione, fotografare costa e tanto ma fortunatamente, il mercato dell’usato è davvero florido e, dato che è fatto da appassionati o persone che si ritrovano ad acquistarla per usarla poco, molto conveniente.
La mia scelta
Ho pensato davvero moltissimo a quale macchina acquistare e alla fine ho scelto una Canon EOS M100, una mirrorless compatta, leggera e ricca di funzionalità.
Ero molto scettica perché pensavo che una “vera” macchina fotografica potesse solo essere una reflex e invece, devo dire di essere soddisfatta dell’acquisto, certamente in futuro vorrò mettere alla prova me stessa anche con questo tipo di mezzo.
I contro sono la durata della batteria, non essendo munita di mirino occorre fare affidamento sullo schermo ed il fatto che lo stesso non si possa ruotare in tutte le direzioni. Per il resto è un’ottima macchina.
P.S. Non sono stata pagata da Canon… magari!
Che dire, spero di avervi dato delle dritte spendibili, ora usciamo ad osservare il mondo e lasciamoci ispirare.
Alla prossima, vostra T.