Un nuovo lunedì in un periodo in cui non si sente più la differenza tra gli istanti.
Lo scorrere del tempo pare non essere più scandito dai ritmi che ben conosciamo, in un flusso fluido ed inconsistente ci alterniamo nelle nostre attività quasi incapaci di goderci il momento.
Il silenzio di un attimo. Quando ci siamo fermati ad ascoltarlo?
L’haiku di oggi mi ha comunicato proprio questo.
Ecco la mia interpretazione di questo scritto.
In questo momento faticosissimo, in cui tutti i nostri schemi e le abitudini alle quali siamo indissolubilmente legati vengono meno, cerchiamo continuamente casa per i nostri affari, pensieri ed attimi.
Dimentichiamo di assaporare questi frammenti di vita che non ci verranno restituiti perché agogniamo il momento in cui tutto tornerà alla “nostra” normalità.
Così affannandoci ci perdiamo.
Ci manca il contatto con tutte quelle cose ma tralasciamo quello più importante. Quello con noi stessi. Stare da soli, stare nel silenzio, sederci ai piedi del nostro glicine interiore e contemplarci nel nulla indubbiamente spaventa, lo capisco. Ma troppo spesso tralasciamo la nostra vera casa.
Come vi sentite quando al mattino vi alzate e trovate tutto in disordine? I piatti ancora sporchi nel lavandino, i calzini in fondo al letto, i vestiti lanciati sul comò, libri impilati che attendono le vostre attenzioni, la ciotola del vostro cane/gatto da riempire etc etc.
Tutte queste urgenze restano lì a togliervi energia, ad occupare i vostri pensieri. Occorre un avvio al minimalismo interiore a cui può coincidere quello esteriore.
Ora ne abbiamo il tempo, perciò perché non coltivare il nostro animo accudendolo per poi goderci la pace interiore?
Un lavoro sicuramente duro, ma qualcuno lo deve pur fare!
Alla prossima, vostra T.