Fino a qualche tempo fa ero convinta
che in presenza di una patologia vocale non si potesse cantare o che
in ogni caso la voce fosse terribile ed irrecuperabile. Poi le
esperienze come insegnante e alcuni seminari, come quello sulla voce
patologica tenuto da Eleonora Bruni ed Erika Biavati, mi hanno fatto
comprendere che anche questa condizione può essere gestita e
addirittura sfruttata a proprio vantaggio.
Cosa sono?
Le patologie vocali sono alterazioni strutturali e/o funzionali delle corde vocali che portano ad una modifica del suono della nostra voce. Si parla di disfonia nel caso della voce parlata e di disodia per la voce cantata. Attenzione però, la disodia non è automaticamente sintomo di una patologia ma può essere anche semplicemente di tipo disfunzionale. Ovvero, una modifica dell’assetto vocale che porta ad una modifica del mio suono. Ad esempio, gestione delle risonanze, della respirazione, della cavità orale etc. Le patologie vocali inoltre possono essere congenite, ossia presenti dalla nascita, o acquisite in seguito ad un cattivo utilizzo della voce.
Come si verificano?
Sottoporre la voce cantata e parlata a sforzi (malmenage), sessioni molto lunghe di utilizzo della voce stessa (surmenage) e non preservarci da stati e fattori infiammatori soprattutto cronici (fumo/reflusso gastroesofageo) mettono a dura prova le nostre corde vocali. Solitamente dalla stanchezza vocale ci si riprende rapidamente, 8 ore di sonno e un’adeguata idratazione sono sufficienti, ma in caso contrario dobbiamo stare all’erta.
In determinati momenti la nostra voce può essere più debole e fragile a causa di laringiti, reflusso, ciclo mestruale ma anche abuso di sostanze, come fumo e alcol. Un semplice colpo di tosse può rappresentare quello “sforzo” di troppo e portare ad un problema.
Quindi… prevenzione innanzitutto!
I sintomi
Ecco i sintomi più frequenti indici di possibili problemi alle corde vocali:
raucedine, fonastenia (fatica nell’emissione), alterazione della frequenza fondamentale, irregolarità timbrica, pizzicore, bruciore, presenza di muco con conseguente bisogno di schiarisi la voce, senso di oppressione, cali di voce, sensazione di presenza di corpo estraneo nella gola.
A livello psicologico poi, nasce la frustrazione dovuta alla difficoltà nel comunicare con gli altri, per alcuni anche all’impossibilità di fare fronte agli impegni lavorativi, al dover forzatamente riposare stando in silenzio etc.
Cosa può fare l’insegnante di canto.
Innanzitutto l’insegnante di canto deve
fornire agli allievi tutte le informazioni su come evitare
l’insorgenza di patologie grazie ad una buona igiene vocale,
riscaldamento e raffreddamento vocale sia a lezione, che a casa o
dopo un concerto, aumento della capacità propriocettiva
dell’allievo, una buona tecnica vocale, coscienza e conoscenza
dell’anatomia del vocal tract, rispettare la vocalità di ogni
allievo e le esigenze artistiche di ognuno.
Cosa non deve fare un’insegnante di canto.
Dare cure, che siano esse naturali o
farmacologiche, sottovalutare la stanchezza vocale, non pianificare
esercizi specifici per la condizione vocale dell’allievo, dare
diagnosi sentendo la voce dell’allievo ad orecchio o altro.
A chi ci si rivolge.
In caso di bisogno l’unica figura in grado di poter diagnosticare una patologia vocale è il foniatra. Dopodiché sarà questa figura a determinare il tipo di cura da adottare, farmacologica, terapia logopedica etc.
Mai, in nessun caso, l’insegnante di canto può lanciarsi in diagnosi.
Potrebbe nascere spontanea la domanda, chi è un logopedista e cosa fa? Lascio che a spiegarvelo sia la nostra Dott.ssa Alice Delbono che si occupa proprio di questa disciplina.
Dopo la sua presentazione esploreremo insieme le patologie vocali spiegandovi quali sono, che sintomi specifici manifestano, come agisce il logopedista e cosa può fare l’insegnante di canto ma facciamo subito una premessa.
- Se il foniatra prevede all’interno
della diagnosi “il silenzio” è fondamentale astenersi dal
parlare o cantare come da sua indicazione!!! - Gli esempi che seguono su come un
docente di canto può agire in caso di problematiche vocali, sono
solo un esempio. Ogni allievo e ogni caso è un mondo a se stante!
Inoltre un insegnante di canto deve sempre consultarsi con il
logopedista che segue l’allievo al fine di collaborare e portare il
lavoro e la voce in una direzione ben precisa al fine di non
intralciarsi e creare confusione o difficoltà per l’allievo. - L’insegnante di canto non è
obbligato a prendersi cura della voce di un allievo con una
patologia vocale. Il terreno su cui ci si muove è delicato e merita
rispetto e cautela per tutte le persone coninvolte.
Ora procediamo, ecco a voi la Dott.ssa Alice Delbono!
Buongiorno a tutti! Sono Alice Delbono, logopedista con formazione in osteopatia. Sono specializzata nella riabilitazione delle patologie che colpiscono l’area stomatognatica ed il vocal tract: problemi di voce cantata e parlata, di articolazione dei suoni del linguaggio, dolori all’articolazione temporomandibolare, riabilitazione della deglutizione e della respirazione, gestione delle problematiche posturali e/o articolari derivanti da disfunzioni delle funzioni orali (ad esempio dolori al collo o cefalee in presenza di problemi di deglutizione e/o respirazione).
Come giustamente ha detto Tamara, molte
patologie vocali derivano da un cattivo utilizzo della voce stessa e
spesso chi ha una patologia vocale ha anche problemi nella gestione
della respirazione o problemi di deglutizione o posturali, per questo
motivo è necessario non sottovalutarle ed eseguire una valutazione
corretta per poterle risolvere.
Ecco alcune delle patologie vocali più diffuse;
- Noduli alle corde vocali: sul
bordo delle corde vocali si formano delle piccole
protuberanze/rigonfiamenti/ispessimenti di tipo calloso. Possono
formarsi su una o su entrambe le corde vocali. Si presentano anche
nei bambini che tendono ad urlare spesso e/o che non hanno una buona
coordinazione pneumofonoarticolatoria (cioè la coordinazione tra
respirazione, emissione del suono e articolazione dei suoni del
linguaggio).
A lezione di canto? In questo caso sarebbe buona cosa evitare di andare troppo in acuto, privilegiare quindi i vocalizzi sulle frequenze medio-gravi in modo da far vibrare l’intera massa cordale e non mandare ulteriormente in stress il bordo libero. Buona abitudine è anche allenarsi ad utilizzare il cosiddetto “attacco vocale morbido” in cui ogni vocalizzo viene preceduto da suoni nasali come /mmmmmm/ o /nnnnnnn/ prolungate, sempre per evitare di stressare le corde vocali.
- Polipi alle corde vocali: sono il
più delle volte conseguenti a un microtrauma ed ad un cattivo uso
della voce. Spesso si forma solo su una della due corde vocali,
possono apparire come formazioni gelatinose o angiomatose. Sembrano
come delle “vescichette”, con una forma caratteristica, è una
neoformazione benigna. Quando è presente un polipo delle corde
vocali la voce è rauca e bisbigliata, la respirazione non è
utilizzata correttamente e ne consegue un ulteriore sforzo da parte
della persona per riuscire a parlare/cantare.
A lezione di canto? In questo caso uno dei lavori che si può fare riguarda la respirazione, cercando di attenuare la volontà verso la spinta dovuta al voler ottenere un certo risultato sonoro, ad esempio una voce non velata, non rauca etc. Riportare la respirazione alla condizione di equilibrio e ricercare una nuova espressività vocale che vada a rendere funzionale e “bella” quella sporcatura dovuta alla voce rauca, o estremamente caratterizzante la voce “sospirata” renderà la nuova condizione fonte di ricerca e non più fonte di frustrazione.
- Edema di Reinke; è
un’infiammazione cronica delle corde vocali, ha un aspetto
rosato/gelatinoso, le corde vocali risultano gonfie. La causa
principale è l’uso di nicotina, quindi è tipico del fumatore. La
voce è rauca, presenta cali frequenti, spesso c’è necessità di
schiarirsi la voce, la frequenza fondamentale (il timbro tipico
della voce) si abbassa.
A lezione di canto? In caso di edema occorre spaere che le corde vocali si presentano più spesse con una massa più pesante che quindi porta l’allievo ad avere una perdita di alcune delle frequenze acute. Questo provoca ovviamente un senso di smarrimento nell’allievo che è abituato ad un’altra voce e che su quella, ha impostato tutto il lavoro e consolidato la memoria muscolare. Urge quindi sperimetare e accogliere gradualmente la nuova condizione, lavorando su un riequilibrio psico-fonatorio, trovando il bello, il comodo e il nuovo nella dimensione vocale attuale. Magari riusciremo a fare quella nota grave che non era mai uscita prima!
Ps. il tabagismo è una delle cause di questa patologia, quindi
fatevi un bellissimo regalo, smettete di fumare!
- Emorragia cordale: un vaso
sanguigno delle corde vocali si rompe a causa di un sovraccarico
vocale importante, o nel caso in cui ci sia già uno stato
infiammatorio (es. laringite) e si tossisca o starnutisca,
sopratutto nel caso in cui il capo sia ruotato. La voce cambia
improvvisamente, diviene rauca o scompare di colpo per poi tornare
con una qualità anomala.
A lezione di canto? Questa patologia è molto invalidante e solitamente viene prescritto il riposo assoluto. Anche in questo caso però si può continuare a lavorare sulla respirazione, propriocezione del corpo e del piano glottico, si possono fare dei vocalizzi muti volti alla ricerca della comodità, dello spazio in cavità etc. Anche se vi sembrerà di non star facendo nulla vi assicuro che mantenere il meccanismo in azione sarà di grande giovamento per le corde vocali e per le strutture laringee.
Cosa fa il logopedista?
Il logopedista, dopo aver ricevuto la
diagnosi da parte del foniatra (in questo articolo trovi
approfondimenti in merito al ruolo del foniatra e del logopedista
https://persona360.it/corpo/disfonia-cosa-fare-quando-la-voce-si-ammala/),
si occupa di rieducare la voce utilizzando appositi esercizi. Nella
mia pratica clinica utilizzo sia tecniche logopediche sia
manipolazioni osteopatiche, con l’obiettivo di:
- individuare quali sono le aree di
maggior tensione nell’area dell’apparato stomatognatico e del
vocal tract del paziente e delle strutture ad essi connesse (coste,
colonna vertebrale, sterno, diaframma, muscolatura del tronco e del
collo, ecc) - valutare le funzioni orali nella
loro globalità, per comprendere se vi sono degli schemi alterati di
deglutizione o di respirazione che generano tensioni che vanno ad
interferire col buon funzionamento del vocal tract - normalizzare le tensioni
attraverso l’utilizzo di tecniche di manipolazione e di esercizi
studiati ad hoc per ogni paziente - programmare esercizi domiciliari,
che il paziente deve eseguire a casa propria quotidianamente
Se la persona con patologia vocale è
un cantante, è importantissimo collaborare con l’insegnante di
canto, comprendere quali sono gli esercizi che vengono eseguiti e che
utilizzo fa la persona della sua voce cantata. Un confronto aperto
tra insegnante e logopedista permette di lavorare su tutti coloro che
hanno le patologie vocali elencate.
Se desideri approfondimenti, oppure
vuoi parlarci della tua situazione, siamo felici di ascoltarti e di
darti suggerimenti mirati e specifici per te, per ritrovare la salute
della tua voce.
Riprendo la parola per portarvi degli esempi di cantanti che hanno avuto problematiche vocali o che hanno fatto di queste la loro fortuna.
Qualche tempo fa in molti si stupirono nell’apprendere che, persino Elisa (cantante italiana) conosciuta dal grande pubblico per la sua voce meravigliosa e versatile, avesse avuto un problema alle corde vocali. Il fatto è che lo strumento voce è fortissimo e allo stesso tempo molto fragile in determinate condizioni. Per cui, tecnica vocale a parte, tutti possiamo incorrere in queste problematiche. A mio avviso manca però l’educazione all’ascolto di cosa sia una voce eufonica (quindi equilibrata) e cosa invece non lo sia. Spessissimo i miei allievi si dicono desiderosi di cantare come Artista X o Y che però hanno delle voci caratteristiche e “speciali” proprio grazie a queste patologie.
La linea sottile tra voce performante e voce emozionante.
A conclusione di tutti i ragionamenti
fatti porto la mia personale riflessione. Una voce eufonica non è
automaticamente emozionante, come nemmeno una voce “rovinata.
Quello che “passa” sotto pelle è sempre il messaggio. Dunque per
ogni artista e performer il racconto dovrebbe restare punto cardine
della sua arte. La tecnica vocale ci permette di farlo il più a
lungo possibile preservando lo strumento ma dobbiamo prestare
attenzione a non perdere quelle sporcature e sfumature che ci rendono
umani, emozionanti cantastorie.
Alla prossima vostra T. e… dott. ssa Alice Delbono
Voci interessanti nonostante un utilizzo non eufonico o con patologie
Articoli sulla voce
https://www.fabiananisoli.com/articoli/non-so-usare-la-voce-quando-parlo/