Intervista alla fondatrice de La Mia Bottega 2.0

Una realtà bresciana verso la riscoperta dei sapori tradizionali ma con una attenzione tutta nuova verso le lavorazioni e le materie prime.

Una microimpresa bresciana nata dall’amore per il cibo sano, genuino ed autentico, “La Mia Bottega 2.0”, è uno di quei progetti che a noi dello staff di Persona360° piace. Un progetto come questo che da nuova dignità al cibo, che si prende il tempo per la ricerca di ingredienti biologici e che riscopre il piacere ed il gusto dei prodotti fatti in casa è proprio ciò di cui abbiamo bisogno in un mondo in cui sempre meno abbiamo consapevolezza di ciò che mettiamo nel piatto.

Oggi incontriamo, Maria Papis, fondatrice e ideatrice de La Mia Bottega 2.0, alla vigilia di una nuova conquista! Ha infatti vinto ben tre medaglie di bronzo al concorso internazionale International taste awards: hanno vinto i suoi crackers saraceni, le lingue e le fette biscottate.

Ciao Maria, insomma il tuo progetto è partito da pochi mesi e già non mancano le prime soddisfazioni ed i primi riconoscimenti, ma come è nato?

L’idea di avviare una microimpresa domestica nel settore alimentare è
nata un po’ per caso e un po’ per esigenza. Dopo parecchi anni passati
a lavorare nel settore alimentare, mi sono resa conto che ciò che
amavo fare – cucinare – non mi stava più dando nessun tipo di
soddisfazione. Il distacco tra la cultura del cibo e il semplice
servire in tavola un alimento era diventato enorme e io ci stavo
stretta. Così, pensa e ripensa, ho trovato una normativa Europea che
mi permetteva di essere libera, in cui potevo creare ciò che più
desideravo e nel contempo utilizzare materie prime di qualità,
alimentare un economia locale e far parte di qualcosa di innovativo
nel suo genere.

Quali sono i valori su cui si basa la tua attività? Qual è la tua mission?

I valori sono semplici, un cibo sano, che nutra il corpo e lo spirito.
Un cibo di qualità che non rinuncia alla semplicità senza scendere a
compromessi con ingredienti chimici e porcherie varie. La missione è
quella di riuscire ad offrire un cibo fatto in casa, godereccio, che
ricorda le cucine di una volta, luogo sacro dove sapienti mani
creavano qualcosa che andava oltre al semplice cibo. Poter permettere
a chi magari non ha tempo per i fornelli, o non ne ha la voglia di
poter comunque mangiare un prodotto sano e fatto in casa.

È davvero bello vedere una donna che entra nel mondo dell’imprenditoria con la tua grinta e la tua tenacia , ma hai riscontrato delle difficoltà in quanto donna imprenditrice?

Ho riscontrato parecchie difficoltà, mi piace pensare che non fossero
legate al mio genere, ma so che, in parte, non è così.

Nessuno sapeva di cosa stessi parlando e si limitavano a dirmi che non
si poteva fare senza prendersi la briga di fare anche solo una
semplice ricerca in internet, liquidandomi con una superficialità
maggiore rispetto a ciò che sarebbe avvenuto ad una persona di sesso
maschile.

Alla fine sono riuscita a crearmi una cerchia di professionisti che,
con molta pazienza, mi hanno affiancata nelle parti burocratiche. Devo
dar merito all’associazione Cucina nostra che, grazie ad un team di
professionisti, aiuta ed accompagna la nascita delle nuove
microimprese domestiche; ecco… se non ci fossero stati loro adesso
sarei ancora a fare la trottola tra i vari uffici pubblici.

E com’è lavorare con materie prime vegetali e biologiche? Vi sono delle resistenze, magari anche culturali, verso chi come te propone questo tipo di prodotti?

Lavorare materie prime vegetali non sarà mai una difficoltà ma sempre
un enorme piacere. Far capire la differenza tra un pomodoro a 0,80 €
al kg e un pomodoro biologico, che ha rispettato la terra e il lavoro
delle mani che lo hanno coltivato, questo sì a volte è difficile. La
scelta di basarmi su una cucina vegetariana e vegana sicuramente non è
vista sempre di buon occhio, ma la soddisfazione è proprio lo stupore
dei palati più critici ed onnivori nel gustare i miei prodotti.


Che feedback hai ricevuto alla tua attività?

A livello di attività intesa come microimpresa domestica, purtroppo, la
maggior parte delle persone crede che il mio sia un passatempo
illegale a costo zero, non capiscono che invece è una microimpresa
vera e propria con spese, tasse e contributi, e controlli uguali ad
altre attività.

Mentre il feedback dei palati mi sta dando moltissime soddisfazioni, i
clienti si stanno affezionando ed assaggiano di buon cuore ogni mio
esperimento.

Quando parlo con un’ottima cuoca ho sempre una domanda di rito. Forse è una domanda sciocca ma… qual è la tua ricetta preferita?

Sicuramente un dolce… sono un incurabile golosa e non lo posso
nascondere più di tanto. Preparo sicuramente più prodotti o pietanze
salate, ma ho un vero e proprio debole per le fette biscottate, hanno
una lunga storia alle spalle e lo stupore di chi le mangia mi emoziona
sempre.

Ho già l’acquolina in bocca! Progetti per il futuro? Quali sono le tue ambizioni?

Il focus principale per il futuro è riuscire a migliorare sempre, ci
sono anche altri progetti in cantiere con collaborazioni e che si
avvicineranno molto al pubblico… staremo a vedere.

Ora sono curiosissima di sapere quali saranno le novità che hai in serbo per noi, Maria! Se volessimo rimanere aggiornati sulla tua attività o provare le tue strepitose fette biscottate come possiamo fare a contattarti?

Mi trovate sui social, sia su Facebook che su Instagram, come @lamiabottega2.0 o tramite le
vecchie ed amate email a: lamiabottega2.0@gmail.com

Che altro aggiungere? Un abbraccio da Persona360° e ovviamente…Buon appetito!

Barbara

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