L’Italia per quanto riguarda una legge contro l’omotransfobia è uno dei fanalini di coda dell’Europa, in quanto la maggior parte degli stati membri hanno una legge e l’Italia no.
Il nostro Paese è al 32esimo posto su 49 in Europa nella classifica Rainbow Europe di ILGA sui diritti umani di persone omosessuali, bisessuali e transessuali. In oltre un terzo degli Stati del mondo l’omosessualità è reato, in 13 vige ancora la pena di morte.
In molti paesi l’omosessualità è ancora un reato. Sono 72 gli stati in cui l’orientamento sessuale può portare in prigione. Più di un Paese su tre al mondo. Paesi dove l’omosessualità può portare, oltre a condanne detentive (in diversi Paesi africani le pene previste superano i 14 anni, fino ad arrivare all’ergastolo), alla somministrazione di ormoni e altri trattamenti chimici.
Russia, Indonesia e Lituania non criminalizzano l’omosessualità ma hanno approvato leggi contro la “propaganda omosessuale”.
Lo scorso 12 aprile, l’Alta Corte di Trinidad e Tobago ha dichiarato incostituzionali gli articoli del codice penale che criminalizzano i rapporti consensuali tra persone dello stesso sesso.
Un verdetto definitivo è atteso nei prossimi mesi, ma il governo ha
annunciato che ricorrerà in appello.
In 13 Paesi è prevista la pena di morte per rapporti consensuali tra persone dello stesso sesso. Come riporta Ilga sono sei gli Stati in cui viene applicata, quattro a livello nazionale (Iran, Arabia Saudita, Yemen e Sudan) e due in determinate province (Somalia e Nigeria). Il numero sale ad otto se si considerano anche alcune zone dell’Iraq e della Siria occupate dall’Isis.
In altri cinque stati (Afghanistan, Pakistan,Qatar, Emirati Arabi e Mauritania) la pena di morte è prevista per legge ma non viene utilizzata e vengono applicate pene inferiori. Lo scorso ottobre il Consiglio per i Diritti Umani dell’Onu ha approvato per la prima volta una risoluzione che condanna l’imposizione della pena di morte per rapporti consensuali tra persone dello stesso sesso.
In Italia una legge contro l’omotransfobia non c’è ma il 20 maggio 2016 è stata approvata la legge Cirinnà che regolamenta le Unioni Civili.
Il 30 marzo 2020 si sarebbe dovuto discutere alla Camera dei Deputati la proposta di Legge del deputato Alessandro Zan che porta il suo cognome contro la l’omo-bi-transfobia. L’idea sarebbe stata quella di espandere la già attuale legge Mancino che punisce ogni forma di violenza e discriminazione per motivi, razziali, etnici, religiosi o nazionali, aggiungendo quindi l’orientamento sessuale e l’identità di genere.
Ma purtroppo il tutto sfuma per motivi di Coronavirus.
Ma ci sono anche esempi di positività, come le tante associazioni che contribuiscono con il loro impegno e assistenza dove ancora uno Stato non c’è.
C’è un’altra chiave di lettura del fenomeno che è quella dell’ironia sui social che deride l’omofobia, perché si sa che ormai i social sono sempre un passo avanti sia della politica che delle leggi.
In attesa di una legge contro l’omotransfobia possiamo sorridere, anche se amaramente, con degli esempi di ironia social che contrastano l’arretratezza culturale del nostro paese.
Le perle degli omofobi
È una pagina facebook gestita da due ragazze, Martina e Erika, che hanno deciso di aprire in seguito a delle critiche e commenti omofobi ricevuti dopo avere postato una foto di loro due insieme al mare.
La pagina facebook “Le perle degli omofobi” ha come obiettivo quello di combattere l’odio del web mettendo alla berlina tutti i commenti omofobi che gli vengono rivolti e purtroppo sono parecchi, ma fortunatamente sono tanti anche i sostenitori di questa coppia, infatti la pagina in questione ha un discreto successo con quasi diecimila like su facebook e più di treantamila follower su instagram.
Da questa odissea di commenti e ironia è nato anche un libro scritto dalle due ragazze dal titolo “Le perle degli omofobi”.
Il nazista dell’Illinois
Gianpietro Belotti è un ragazzo di Dalmine, provincia di Bergamo, che ha avuto la geniale idea di presentarsi a una manifestazione delle sentinelle in piedi (persone che manifestavano contro la proposta di legge anti omofobia e l’estensione dei diritti alle coppie omosessuali), vestito come il nazista dell’Illinois dal film Blues Brother. Con fasciata sul braccio la doppia croce del Grande dittatore di Charlie Chaplin, sul petto la spilla arcobaleno di Rompiamo il Silenzio e il tutto con in mano il Mein Kampf di Hitler.
Da questa avventura dissidente è nata una pagina facebook con più di diecimila iscritti in cui si è creato uno spazio aperto in contrapposizione a tutte quelle ideologie estremiste che imperano nel web.
MEM & J – Io sono Giorgia (Giorgia Meloni Remix)
Il 19 ottobre 2019 Giorgia Meloni, leader del partito politico Fratelli d’Italia ha fatto un discorso pubblico in una manifestazione in cui con enfasi criticava e condannava le famiglie arcobaleno sottolineandone la propria contrarietà non solo politica ma anche personale. Da questo discorso è nato un remix in cui la sua frase “Sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono cristiana”, diventa un tormentone messo a iosa dai locali durante l’ora dell’aperitivo.
Il collettivo Mem & J ha avuto l’idea di remixarne il discorso per metterlo poi su youtube arrivando così alla popolarità. In una intervista la stessa Giorgia Meloni ha dichiarato di apprezzarlo e di canticchiare il pezzo.
Esempi dove il comportamento omofobo viene beffeggiato sono infiniti e questo è un buon segno in quanto se da una parte ancora il nostro paese non è maturo giuridicamente per fare una legge contro l’omofobia, da un punto di vista sociale l’Italia sta diventando un paese maturo e inclusivo, tanto da reagire anche con l’ironia a discorsi pubblici e manifestazioni dove ancora regna l’arretratezza culturale.
Come diceva Freud: “Scherzando si può dire tutto anche la verità”.
Fonti:
https://tg24.sky.it/mondo/2018/05/14/omofobia-dati
https://notizie.tiscali.it/lovedifferences/articoli/slitta-legge-zan-omofobia/
https://tg24.sky.it/politica/2019/11/12/meloni-canta-io-sono-giorgia