a cura di Simona Rosa
… “io non sono capace”, “mi vergogno”, “sul palco non ci salgo”,” ho la cadenza troppo marcata”…quante volte abbiamo sentito queste frasi a seguito di una proposta di partecipare ad un laboratorio teatrale…
Sono frasi limitanti, giudicanti e non corrispondono alla finalità di un processo relazionale ed educativo che si mette in atto durante i laboratori di teatro e soprattutto limitano le possibilità di attivare uno stato di benessere personale…
Innanzitutto partecipare ad un laboratorio di teatro non significa necessariamente andare in scena.
Può essere la giusta
conclusione ma ci si arriva per gradi, tutti insieme.
Cosa intendo? Per prima cosa devo vivere uno spazio, anzi, devo condividerlo imparando a rispettare i miei confini e quelli dell’altro. Non devo “scontrarmi” e avrò un tempo personale per incontrare altri sguardi… Poi un sorriso, poi una stretta di mano, poi un abbraccio vivendo appieno le sensazioni che si presentano. Sono stato bene? Ho fatto fatica? Chi ho sentito più accogliente o chi ho accolto meno…e questo non è che un modo per iniziare a conoscersi, a comprendere limiti o opportunità.
Imparo a definire i miei movimenti, come cammino, come posso camminare ascoltando bene quali muscoli attivo, a quali parti del corpo pongo meno attenzione.
E così continuando… dall’attivare i sensi con tecniche immaginative, all’uso della voce, fino ad arrivare alla conquista di un personaggio da interpretare che si compone della sua storia mescolata e condivisa con la propria…
Il personaggio che imparo a conoscere mi permette di incontrare sentimenti ed emozioni che ben conosco. A volte funge da specchio perché mi regala la possibilità di incontrare pensieri inaspettati o mi presenta altre possibilità, altri punti di vista sia fisici che caratteriali.
Muoversi, parlare,
ridere, piangere, gridare, diventare altro sono fonti di possibilità
e di conoscenza e quindi, di benessere.
In teatro posso arrivare
alla massima rilassatezza o alla massima tensione e lo posso fare
individualmente o in forma collettiva e quindi in maniera protetta.
Il gruppo permette a se
stesso e ad ogni singolo individuo di proiettare il proprio sentire,
condividendo e restituendo capacità, competenze e obiettivi da
raggiungere.
Poche occasioni, come
quelle dell’attività teatrale, ci offrono le possibilità di
avventurarsi nel nostro intimo quotidiano ma una delle peculiarità
offerta è la possibilità di (s)drammatizzare e liberarsi con
leggerezza.
E tutto questo, se ben guidato e proposto, crea e amplia in proprio stato di benessere.
Il teatro è Vita!