Illusioni ottiche: quando la visione inganna il cervello

“Cosa vuol dire reale? Dammi una definizione di reale. Se ti riferisci a quello che percepiamo, a quello che possiamo odorare, toccare e vedere, quel reale sono semplici segnali elettrici interpretati dal cervello.”

Così spiega Morpheus a Neo nel film Matrix cosa sia la realtà: una semplice interpretazione da parte del cervello delle informazioni ricevute dai sensi. Ecco perché non è detto che quello che vediamo corrisponda necessariamente al mondo reale e può succedere che non sempre le informazioni ricevute dal cervello siano sempre chiare. Questo è il motivo per cui siamo soggetti a diverse illusioni ottiche. Possiamo definire le illusioni come errori percettivi sistematici che commette il nostro sistema cognitivo e di cui spesso non esiste una spiegazione univoca.

La visione è un processo che avviene per stadi. Il mondo che osserviamo viene inizialmente percepito per parti (punti, chiaro/scuro, linee e contorni), sarà compito delle aree visive di ordine superiore unirle tutte per formare l’immagine dell’oggetto osservato e quindi la percezione.

Ma nel campo visivo compaiono tantissime informazioni e a volte gli oggetti che riconosciamo sono addirittura in parte coperti. Allora come fa il cervello a capire quali elementi appartengono allo stesso oggetto? Lo fa attraverso dei criteri funzionali come le organizzazioni percettive quali: figura-sfondo, sovrapposizione, buona continuazione, somiglianza, vicinanza, chiusura, ecc..

Osserviamo ad esempio questa figura chiamata Triangolo di Kanizsa:

https://it.wikipedia.org/wiki/Triangolo_di_Kanizsa

Siamo tutti d’accordo sul vedere due triangoli sovrapposti e dei cerchi neri, ma se osserviamo con più attenzione notiamo che in realtà non sono disegnati i contorni del triangolo più in superficie. Non esiste un’unica spiegazione sul motivo per cui questi contorni illusori si formino. Un’interpretazione può essere perché il sistema visivo cerca di capire il motivo dell’interruzione delle linee e dei cerchi, concludendo che deve esserci un altro contorno che si sovrappone. In questo caso le informazioni vengono organizzate secondo il criterio della chiusura, cioè le immagini vengono percepite con un margine continuo anche se ci sono interruzioni di tale continuità.

Il Triangolo di Kanizsa dimostra come il sistema visivo vada oltre all’informazione data, a sostegno della teoria della Gestalt la quale afferma che quello che viene percepito è qualcosa di più della somma delle sue parti sensoriali. (Il tutto è superiore alla somma delle singole parti)

Vediamo allora altre illusioni a cui il nostro cervello è sottoposto, ingannato dalle informazioni che arrivano dal sistema visivo.

DRESS ILLUSION: sicuramente vi è capitato qualche anno fa di imbattervi in questa immagine

Misteri della mente | Di che colore è questo vestito? - Focus Junior

Di quale colore vedete il vestito?

Nel 2015 questa immagine sul web ha creato particolari discussioni in quanto alcuni dicevano che il colore del vestito fosse oro/bianco, mentre altri blu/nero. Chi ha ragione? Tutti hanno ragione. Infatti, secondo una delle ipotesi a riguardo, la luce che illumina questo vestito nella foto risulta ambigua e questo provoca in ognuno di noi una sensazione di colore differente in base a dove il sistema visivo, differente per ciascuno di noi, decide di far provenire la fonte luminosa. Il colore è infatti più che un dato fisico oggettivo, una sensazione che dipende strettamente dalla luce che illumina ciò che osserviamo, da come viene assorbita e come viene riflessa dall’oggetto.

FIGURE AMBIGUE

Il nostro cervello tende sempre a selezionare all’interno di una scena visiva un’area più piccola e simmetrica detta figura da un’area senza margini e più ampia chiamata sfondo. Nel caso delle figure ambigue il sistema visivo non riesce a decidere quale parte del disegno sia figura e quale sfondo perciò le alterna, come avviene nell’illusione vaso di Rubin. Anche il cubo di Necker è un’illusione della stessa tipologia, con la differenza che viene maggiormente percepita l’opzione che la nostra esperienza suggerisce più plausibile. È infatti più facile vedere il cubo appoggiato su un piano piuttosto che scenda dal soffitto, per questione di gravità.

MOTION AFTEREFFECT:

Provate adesso ad aprire il seguente video e seguire le istruzioni. Guardate fisso la lettera “i” al centro dell’immagine in movimento e non muovete lo sguardo fino alla fine del video. Quando sarà terminato alzate gli occhi e notate cosa succede.

L’effetto di movimento che permane per qualche secondo è dovuto alla capacità di adattamento dei neuroni che trasmettono il segnale luminoso. Infatti se lo stimolo dei neuroni è ripetuto costantemente per un certo periodo di tempo, smettono di trasmettere l’informazione finché non avviene un nuovo cambiamento, in questo caso quando si ferma lo stimolo di movimento.

IMMAGINI IBRIDE

Per finire possiamo parlare delle immagini ibride. In questa foto quale personaggio famoso riconoscete?

http://www.meteoweb.eu/2015/04/vedete-albert-einstein-marilyn-monroe-limmagine-ibrida-svela-se-vediamo-bene/424535/

Se siete seduti al computer probabilmente vedrete l’immagine di Albert Einstein, ma se provate ad alzarvi in piedi e ad allontanarvi scoprirete che si trasformerà in Marylin Monroe! Questo avviene perché sono unite due immagini con frequenze spaziali differenti e quindi potremo vedere uno o l’altra a seconda della distanza.

Se desiderate approfondimenti, sul web ne troverete veramente tantissime e molto divertenti. Oltre al divertimento le illusioni ottiche sono utili anche per riflettere riguardo alla percezione della realtà. Il cervello di ciascuno può elaborare in modo differente dagli altri ciò che percepisce e quanto possiamo affidarci ai nostri sensi per percepire la realtà?

Per qualsiasi curiosità su questo argomento scrivi nei commenti o contattami all’indirizzo mail delbono.serena@gmail.com

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