Vi siete mai chiesti come mai esiste il Gay Pride?
Perché oggi si chiama solo Pride?
C’è davvero bisogno di una giornata dedicata all’orgoglio LGBTQ+?
Dove tutto cominciò
Ormai è noto il fatto che l’omosessualità sia sempre esistita e faccia parte della natura umana, infatti risalgono già ai tempi dei babilonesi le prime testimonianze di amori tra persone dello stesso sesso. Questo fatto, non del tutto accettato ancora oggi, era assolutamente rigettato fino a poche decine di anni fa, quando l’omosessualità era reato.
La storia è purtroppo ricca di persone che hanno pagato un prezzo altissimo per la loro identità e libertà sessuale, ancora oggi in alcune parti del mondo (non troppo distante da noi), c’è chi muore per una colpa che si chiama amore.
Per comprendere meglio quale sia la situazione attuale in giro per il mondo, vi rimando alla visione di una serie di documentari con protagonista Ellen Page (attrice canadese) Gaycation
Facciamo però un passo indietro.
Alla fine degli anni 70, in America le persone omosessuali erano perseguibili e perseguite dalle autorità e non solo, questo non fece altro che accrescere il livello di tensione e malcontento tra le persone LGBTQ+ e non, rendendo il clima generale piuttosto teso anche a causa delle manifestazioni civili riguardanti le vicende della guerra in Vietnam.
Questa è la cornice tra cui si dipingeva una vita di bugie, condizionamenti e abbandono.
Erano moltissime le persone che vivevano una doppia vita o che, una volta fatto coming out, venivano cacciati dalle famiglie e finivano con il dover vivere per strada e a volte doversi prostituire. Per i più facoltosi però c’era un luogo di ritrovo un bar chiamato Stonewall.
I moti di Stonewall
Lo Stonewall Inn era un ritrovo per i Gay della città di New York, in quel periodo il sindaco ricevette parecchie pressioni da parte dei cittadini che chiedevano più controlli e sanzioni per il reato di omosessualità, così furono messe in atto delle retate da parte della polizia nei vari locali della zona. In quel periodo tutti i locali omosessuali erano in mano alla mafia che pagava profumatamente la polizia per pattuire gli orari di retata in mondo da favorire comunque gli affari del locale, inoltre questo permetteva che non venissero applicati i sigilli al locale dopo le retate.
I metodi utilizzati furono quelli in vigore durante il proibizionismo, quindi lo Stonewall era di fatto un club privato in cui, oltre a persone meno abbienti, la maggior parte dei clienti erano uomini bianchi abbastanza facoltosi a volte provenienti da Wall Street che s trova lì vicino in cerca di sesso e droga.
Durante il raid i clienti del locale erano perquisiti ed invitati a provare la loro eterosessualità, i clienti stessi tendevano a fingersi una coppia accordandosi con persone del sesso opposto. Se una persona veniva trovata con abiti appartenenti ad un genere diverso dal proprio veniva malmenata/o ed arrestata. Non erano tollerate le nemmeno le Drag Queen, uomini non necessariamente omosessuali che indossano vestiti da donna per fini artistici e di spettacolo.
La notte tra il 27 e 28 giugno 1969 però qualcosa cambiò.
Ci sono moltissime leggende su chi diede il via ai famosissimi “Moti di Stonewall” e probabilmente nessuno saprà mai la verità. L’ipotesi più accreditata è che una donna, Stormé DeLarverie ebbe una colluttazione con un poliziotto e venne ferita alla testa. Una volta fuori dal locale questa cominciò ad urlare “perché non fate qualcosa?” ai passanti. Questo accese gli animi e diede il via a degli scontri che durarono per tutta la notte e anche nei giorni successivi. La voce si sparse così velocemente tra le persone LGBTQ accorse sul posto furono un migliaio.
E dopo?
Ci furono vari giorni di scontri, ogni sera le strade si accendevano di protesta.
Se al giorno d’oggi probabilmente vedremmo un’apertura da parte dei media riguardo ad avvenimenti del genere, all’epoca la stampa non si risparmiò accendendo così nuovamente la miccia. Questo portò alla nascita del Gay Liberation Front dalla natura anarchica che durò 6 mesi, successivamente venne istituita la Gay Activist Alliance che era più aperta e disposta a trattare con le autorità. Questi promossero l’idea di istituire la giornata dedicata all’orgoglio omosessuale.
L’anno dopo venne fatta la Christopher street, prima parata in commemorazione delle persone morte durante i Moti di Stonewall.
Da qui piano piano si diffuse la “tradizione” anche nel resto dell’America e dell’Europa.
Ecco perché è importantissimo, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, partecipare al Pride, una festa coloratissima in nome dell’amore, dell’accettazione di sé e degli altri e dell’orgoglio di essere umani prima di essere etichette.
In Italia
Il primo Gay Pride in Italia si tenne a Roma nel 1994, ben 25 anni dopo.
Ad oggi in tutta Italia si svolgono parate per tutto il mese di Giugno in onore del Pride Month (il mese dell’orgoglio omosessuale).
Cosa accade al Pride?
Moltissimi hanno un’idea distorta del Pride a causa dei media e delle immagini volutamente sensazionalistiche volte a creare tantissime polemiche e tanto fumo negli occhi.
Se mai parteciperete ad un Pride troverete tantissime persone, di ogni razza e colore, famiglie etero e non, bambini, cani, giovani ed anziani. Persone che sorridono, cantano, si tengono per mani, ballano, si arrabbiano, amano, vivono liberamente anche solo per quell’unico giorno senza paura. Trovarsi in un mare di persone e non avere paura di essere sé stessi, di tenere per mano la persona amata è qualcosa di impagabile e non spiegabile a parole.
Vedetelo con i vostri occhi.
La forza dell’amore è al Pride.
Un po’ di cultura
La pagina del Milano Pride sta portando avanti una fantastica iniziativa artisti che parla della nostra storia attraverso dei magnifici disegni nati dalle mani dei vari artisti. Leggerete storie di personaggi iconici, come è nata la bandiera arcobaleno e perché, e molto altro.
Il pride non si ferma
L’orgoglio non si ferma nemmeno davanti al covid e ci sono moltissimi eventi on line previsti proprio per i giorni di fine giugno. Ve ne lascio alcuni qui.
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Alla prossima, vostra T.