L’haiku che aiuta a sognare.
Questo haiku mi rappresenta completamente.
Leggerlo e immaginarmi in questo pensiero è stato un colpo di fulmine, descrive perfettamente un sentire profondo e difficile da mutare.
Cos’è la malattia se non una condizione di inadeguatezza alla vita? E quanti di voi hanno il coraggio di ammettere di sentirsi talvolta inadeguati.
Io, molto spesso.
A volte ho la percezione di non essere al passo con tutto ciò che mi circonda, o di non essere pronta a digerire l’asprezza della vita e della condizione umana. A volte mi sento soffocare, senza scampo dal giudice interiore, implacabile e crudele come mai potrei essere nei confronti di un’altro essere umano.
Quant’è facile essere severi con sé stessi?
Troppo vero?
Cosa può salvarci da tutto questo?
Per me, i sogni hanno sempre rappresentato l’ancora di salvezza. Sognare significa sperare che qualcosa cambi… e come cita il detto, “finché c’è vita, c’è speranza” quindi cambiamento che si trasforma in nuovi sogni e nuovi cambiamenti.
Quindi fino a quando sogno e spero nulla sarà davvero perduto, potrò accelerare e restare al passo, magari concedermi una tregua dall’assassinare ogni gesto d’amore verso me stessa.
Durante questo nostro e forse unico viaggio, su un treno senza binari e allo sbando, anche se fuori dal finestrino è tutto buio, ti prego, sogniamo insieme.
Alla prossima vostra T.