L’haiku solleva dalla sofferenza.
Buon lunedì cari lettori e lettrici! Eccoci nuovamente qui per allietare le vostre prime ore di questa giornata che per molti resta difficile.
Oggi condivido con voi un bellissimo haiku di Kobayashi Issa, un pittore e scrittore giapponese vissuto tra il 1763 ed il 1828. Di quanta saggezza erano capaci queste persone? L’haiku di oggi ce lo mostra molto bene…
Mondo di sofferenza:
eppure i ciliegi
sono in fiore.
Kobayashi Issa
Ragionando sul concetto di sofferenza non posso fare a meno di comparare la sua visione della sofferenza con quella più attuale.
Cosa provocava sofferenza allora?
Non essendo il mio tempo posso solo supporre che la vita fosse sicuramente meno agiata, molto più soggetta alla volontà naturale delle cose, fosse anche solo il ciclo giorno notte. Pensiamo per un attimo di dover “sottostare” a questa legge… come ci sentiremmo se non potessimo restare alzati fino a tardi, magari a leggere, perché la luce della candela è preziosa e va razionata? Anche solo questa “sciocchezza” sarebbe fonte di gran sofferenza?
Forse no.
Se vivessimo in quell’epoca probabilmente non la vivremmo come una privazione della nostra libertà personale dato che non avremmo mai potuto vivere questo privilegio. Quindi è possibile affermare che la sofferenza sia soggettiva? Personale? Sociale? Appartiene forse al contesto, alla storia e al vissuto di ognuno di noi?
Probabilmente si!
Possiamo quindi guardare le cose con più distacco quando ci capiterà di soffrire al fine di raggiungere una serenità più duratura?
Ancora una volta probabilmente si!
Come sempre ci piacerebbe sapere le vostre esperienze in tal senso o anche semplicemente cosa vi fa soffrire nella quotidianità. Che sia per colpa del capo ufficio o della connessione internet va bene, non fa differenza!
Saremo qui per leggervi sempre!
Alla Prossima, la vostra T.