Margherita Vicario ha fatto BINGO! (parte 2) + recensione concerto

Sono passate un po’ di settimane da quando scrissi la prima parte di questa recensione, vi lascio il link se ve la foste persa QUI , Ieri sera Margerita Vicario si è esibita alla famosa festa Radio Onda d’Urto proprio qui a Brescia, ovviamente c’ero e a fine articolo vi riporterò le mie impressioni!

Condivido il video sotto ogni brano affinché possiate ascoltare leggendo il paragrafo annesso, come sempre tutte le opinioni espresse sono una personale interpretazione e visione.
Riporterò anche un voto al brano in una scala da 1 a 10 e tra virgolette la parte del testo che ritengo più significativa.

Come noi

Questo brano dalle sonorità più ricercate e a metà strada tra un musical e una colonna sonora, c’ha messo un pochino per entrare nelle mie grazie. La voce della Vicario è perfetta nell’interpretazione ma fin troppo “vera” in contrapposizione all’accompagnamento. Dopo qualche ascolto e superato il momento di smarrimento, sicuramente dovuto ad una mia mancanza, resta marchiato a fuoco il sentimento e le immagini che la melodia e il testo portano a galla. Personalmente mi sono vista camminare per le strade di una Roma fantastica, appena uscita da un film anni 60, cantando a squarciagola, urlando al cielo la voglia di crescere.

Parte preferita del testo:
Ad ispirare le persone, dimmi come si fa
A migliorare le persone, dimmi come si fa
Ad arginare le persone, dimmi come si fa
A trasformare le persone, dimmi come si faA rispettare, a concentrarsi, a immaginare, a superarsi
A disegnare, a innamorarsi, dimmi come si fa
A migliorare, a trasformarsi, a rifiutare, a abbandonarsi
A raccontare storie nuove, dimmi come si fa

Voto 8

Abaué (morte di un Trap Boy)

Se prima la Vicario aveva fatto il verso alla chiesa, al rap e alla misoginia, ora tocca alla trap. Da qui l’album propone tutti i singoli usciti in questi anni e che sono ben noti al pubblico, quindi probabilmente non direi nulla che non si sappia già. La cosa che mi colpì al primo ascolto di questa canzone, oltre all’arrangiamento, e la sapienza con cui Margherita accosta il dramma di questa musica che sembra senza né capo né coda, il disagio che deriva dalla ricerca di una scalata sociale e quello che ne rimane alla fine. Tutti i soldi ancora lì.

Parte preferita del testo:
E tutti perdono il controllo, abaué oh
E tutti vogliono l’esordio, abaué oh
Sul comodino lo sciroppo
Attento che poi il troppo stroppia
Si è appeso al muro con un cappio
C’è un’ambulanza già sull’Appia
La madre ha perso ogni speranza
E il padre chiuso nella stanza
E tutti i soldi ancora lì

voto 8,5

Mandela

Questa è la canzone grazie alla quale conobbi quest’artista, fu amore al primo ascolto. Da sempre sono dell’idea che l’ironia sia un’arma efficace per portare un messaggio importante, anche se questo riguarda un dramma come quello dell’immigrazione. Riuscire a mettere l’accento sulla normalità della vita di queste persone, far passare il concetto che il problema è la nostra visione, che esiste chi non ha paura “dello straniero” è veramente complesso. Notevole anche la nota agrodolce del finale che evidenzia il fatto che:”Manila, Praga, Tirana, nasci in Angola, muori in Padania”.

Parte preferita del testo:
Non è che temo gli indiani oppure i rumeni
Quelli che dormon per strada
Il più delle volte sono i più sereni
A volte li fermano i Carabinieri
Ma se fermano me
Che ho bevuto non proprio del tè
Magari son bionda e parlo anglais
E son cazzi amari, cazzi in divisa
Oh, cazzo che sfiga
Questa è l’Italia che odia l’indiano che mette benzina

voto 9

Romeo (feat. Speranza)

In questo brano si sente forte la contrapposizione tra due mondi distinti che porta inevitabilmente al conflitto e al non capirsi. Le citazioni, il greco antico, il francese, sono tutte frecce all’arco di Margherita che ancora una volta non perde l’occasione per mettere l’accento nei posti giusti, mostrando mostrando come si possa fare un pezzo dal bit incalzante parlando d’altro e in altro modo. Come per mostrare ai colleghi che ci si può e forse deve, staccare da certi stereotipi appartenenti al genere, musicale e non solo.

Parte preferita del testo:
C’è chi vive per davvero dentro a dei tombini
Altri voglion suicidarsi su una Lamborghini
Per fortuna all’orizzonte c’è speranza
Degli arroganti temo solo l’ignoranza

voto 9

Giubbottino

Un brano che cattura dalle prime note e con il quale Marghe incalza con un altro argomento scomodo. Si parla di sesso dal punto di vista di una donna che sa benissimo con chi ha a che fare e cosa vuole da un uomo. Consapevole della sua natura a volte cafona racchiusa nel sesso forte, la cantante consiglia di porsi in un certo modo nei confronti di una donna e porsi due domande su cosa lo faccia stare bene davvero. Al gentil sesso invece viene suggerito di dire liberamente quello che si desidera per goderne il doppio.
Insomma entrambi i generi sono forse troppo cristallizzati nei loro stereotipi, l’uomo che non deve chiedere mai e la donna casta e pura e forse è il caso di cambiare approccio.

Parte preferita del testo:
Sia chiaro che quello che dico che faccio che scrivo che penso a te forse non ti piace
ma allora com’è che non cambi canale
se senti una donna parlare per cinque minuti d’amore e la cosa non ti dà pace

voto 8,5

Pincio

Una canzone dedicata a sua cugina ostetrica che nel periodo del covid (che perdura) non ha vissuto dei bei momenti, un po’ come tutti gli operatori sanitari. Già questo fa capire la natura dolce del brano che nonostante abbia una cassa che pompa abbastanza, lascia intravedere tutto il miele che trabocca dal cuore della cantante. Un brano davvero intimo in cui penso ci si possa ritrovare con estrema facilità. Bellissima anche l’idea del mostrare la normalità e verità di questo periodo, chiusi dentro quattro mura a ritrovare il valore di un abbraccio negato, e chissà quando potremo rifarlo con il cuore davvero leggero.

Parte preferita del testo:
E non sai quanto ti voglio bene
Ci vedo da vecchie a bere
Col tuo sguardo di sguincio
Sul terrazzo del Pincio
Che mi offri un abbraccio mentre io do di matto
Severa come una strega che fa congetture e prega
Per la sua piantina che è rimasta nel vaso
Ma dà mille frutti con cui farci un gelato
Che sono trent’ anni che lo mangio
Anche quando è più aspro

voto 8,5

Piña Colada ft. Izi

Contro-tormentone della scorsa estate che nonostante il suo ritornello perfettamente in linea con le richieste estive, nasconde tra i suoi versi il sarcasmo tipico a cui tutto il disco ci ha abituati. Sono moltissimi gli argomenti contenuti in questa canzone apparentemente leggera. Il rapporto con i soldi, la frustrazione di sentirsi indietro con i tempi e il vivere in una società che di libertà ha solo l’apparenza, incastrata in tutta una serie di cattive abitudini. In tutto questo si trova anche lo spazio per fare un po’ il verso alle sonorità che ci ammorbano orami da qualche tempo, quindi via al rap e all’autotune. Tra un sorriso e un passo si danza non ci resta che buttarci nella mischia.

Parte preferita del testo:
Siamo troppi, troppo creativi
Alcuni tristi, molti fessi, pochi cattivi
Abbiamo tutti il chiodo fisso dei giubbottini
Genitori un po’ distratti, telefonini
Da vent’anni chiusi al cesso coi Topolini
Che rincorrono le Minnie coi minipimer
Ignoriamo le parole dei più piccini
Ma cosa vuoi che ne capiscano, son bambini.

voto 7,5

Il concerto a Radio Onda d’Urto

Ieri sera è stato davvero emozionante ed è questa la prima cosa che mi viene da dirvi.
Margherita è così come appare, comunicativa, senza fronzoli, semplice ma complessa, diretta, semplicemente vera e questa è una cosa rara. In un concerto, dove tutto viene studiato nel minimo dettaglio, riuscire ad esserci per il pubblico non è così scontato. L’energia che arrivava al pubblico era davvero potente, come lo era anche l’alone di dispiacere per le condizioni in cui abbiamo fruito del concerto. Sia chiaro, l’organizzazione è stata impeccabile, le norme di sicurezza rispettate, tutto perfetto; peccato che tutte queste regole (sacrosante e doverose) valgano solo per alcuni contesti.
Per farvi un esempio, durante il concerto siamo stati tutti ai nostri posti, seduti, tranne in alcuni momenti in cui ci si alzava in piedi per saltare sul posto o muoverci un po’ di più. Ecco… guardate le tribune durante le partite di calcio e poi ne riparliamo.

Ad ogni modo, parliamo della musica che è meglio.

Le canzoni che mi hanno esaltata e mi hanno impedito di restare seduta sono stati come va, abaué, mandela, giubbottino e orango tango. In generale però tutti i brani dal vivo hanno acquisito un certo grip e la formazione ha reso benissimo l’intero show. Un plauso speciale alla corista che ci ha deliziati con una voce spettacolare, non che quella della Vicario fosse da meno, anzi. Ho apprezzato l’affinità e la complicità tra le due ed è raro vedere una cantante lasciare tanto spazio ad un’altra voce sul palco.
Molto caino anche il momento in cui abbiamo potuto partecipare, con una cartolina rilasciata all’ingresso dell’area concerto, ad una vera e propria estrazione in stile Bingo per riscattare un premio che purtroppo non ho vinto. Dopo questa serata ho portato a casa con me tanti sorrisi, gratitudine, leggerezza e un po’ di sana invidia. Mi piacerebbe poter duettare con Marghe un giorno, chissà!

Alla prossima, vostra T.

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