Nel precedente articolo di VISIONE360 avevamo parlato della presbiopia, cioè di quel disturbo visivo che ci impedisce di vedere bene da vicino quando superiamo i 40 anni di età. Proprio perché colpisce tutti, esistono davvero tante soluzioni per compensare la presbiopia e permetterci di vedere bene: vediamo come funzionano nello specifico.
Viviamo tutti una vita molto dinamica, i nostri occhi hanno bisogno di muoversi molto e di essere utilizzati durante tutta la giornata nelle più svariate attività. Quando la presbiopia insorge iniziamo a non riuscire a vedere da vicino e questo può diventare un problema, soprattutto per coloro che già portano gli occhiali per compensare altri disturbi (ad esempio ipermetropia, miopia, astigmatismo). Infatti, per queste persone diviene laborioso e stressante dover cambiare occhiale per leggere un foglio, gli ingredienti di un prodotto al supermercato o per comunicare con il collega o cliente davanti a noi durante il lavoro al computer.
Cosa si può fare quindi? Si può ricorrere alla lente progressiva o multifocale.
La lente progressiva o multifocale è la lente che viene costruita in modo da avere tutti i poteri necessari per compensare il difetto visivo ad ogni distanza, cercando di alterare il meno possibile le abitudini di ogni persona. Infatti, in fase di acquisto, la lente verrà centrata sull’occhio tenendo conto, oltre che della distanza tra gli occhi e l’altezza rispetto alla montatura, anche della postura del portatore e della calzata dell’occhiale.
La figura mostra la costruzione della lente multifocale: nella parte superiore è posizionata la lente per la visione lontana, in quella centrale per la visione intermedia (computer), in basso la zona per la visione vicina e nella zona laterale vi è un’area periferica (colore azzurro) dove non si ha visione nitida a causa di un limite di costruzione. Quest’area è più o meno ampia in base alla qualità della lente e al metodo di costruzione utilizzato, ecco perché vengono effettuate numerose ricerche da parte dei produttori di lenti per aumentare il campo visivo centrale e migliorare il comfort del portatore. L’ampiezza del campo visivo non è però la condizione necessaria per un adattamento veloce, dipende dalla sensibilità della persona, dalla precisione con cui vengono effettuate le misure da parte dell’ottico e dalla corretta prescrizione. Nella maggioranza dei casi è necessario un periodo di adattamento per insegnare al cervello l’utilizzo della lente, ma in pochi giorni tutti i movimenti diventeranno automatici e sarà il cervello stesso a ricercare automaticamente l’immagine nitida per la distanza osservata.
Oltre alle lenti progressive esistono anche le lenti office.
Le lenti office sono invece costruite in modo da avere un campo visivo più ampio nella zona computer o vicino, rispetto alla lente progressiva. I videoterminalisti, che trascorrono molto tempo al computer, hanno spesso necessità di avere una visione nitida da 40 centimetri a circa 4 metri in modo da utilizzare lo stesso occhiale per il tempo che trascorrono in ufficio. La lente progressiva può andare bene, ma se il computer non si trovasse alla posizione ottimale si potrebbe dover ricorrere a posture scorrette che causerebbero affaticamento e dolori al collo e spalle.
Ecco perché per chi lavora al computer l’ideale è optare per la lente office.
Generalmente le lenti office sono divise in tre categorie:
- La prima consente una visione ottimale per vicino e computer, il campo visivo è più ampio ed è ideale anche per chi legge molto.
- La seconda consente una visione nitida da circa 40 centimetri a circa 2 metri, ideale per chi la userebbe per lavoro da scrivania e comunicazione con il cliente o collega seduto davanti.
- La terza è più simile ad una lente progressiva e consente la visione nitida anche all’interno della stanza e si potrebbe usare per muoversi all’interno della stessa.
Come per le progressive è necessario consultare l’ottico per decidere la tipologia più adatta alle proprie abitudini e per avere la corretta centratura, indispensabile per un risultato ottimale. Anche per queste lenti sarà necessario un periodo di adattamento perché il cervello impari a trovare automaticamente il punto di visione nitida.
Hai mai provato le lenti progressive? Se le hai provate è stato difficile adattarsi? Se hai avuto un’esperienza negativa con questo tipo di lente o non le hai mai provate per paura di non trovarti bene, consulta il tuo ottico: spesso basta esprimere le proprie necessità e avere un po’ di pazienza per ottenere il risultato desiderato!
Non dimenticare che anche un’analisi visiva accurata è sempre fondamentale per trovare la giusta soluzione alle tue esigenze.
Nel frattempo, se hai qualche curiosità o vorresti approfondire l’argomento, scrivi pure nei commenti o contattami.