Siamo tutti convinti di sapere cosa sia eppure se dovessero chiederci “ma esattamente, cos’è l’intelligenza?” Sarebbe difficile darne una definizione precisa e ognuno di noi ne darebbe una propria che differirebbe dalle altre. C’è chi la descriverebbe come la capacità di risolvere problemi, chi come capacità di capire il mondo che ci circonda, altri direbbero che risiede nelle risorse che ci permettono di convivere pacificamente con i nostri simili o di comprendere e memorizzare informazioni.
Questa difficoltà nel definire il
concetto di intelligenza nasce dal fatto che essa non riguarda semplicemente
un ristretto numero di competenze o facoltà che un individuo si ritrova o meno
a possedere.
Per moltissimo tempo si è pensato che l’intelligenza fosse un concetto definito e univoco. Un monolite misurabile attraverso i test del quoziente intellettivo.
Negli anni Ottanta in seno alle
scienze cognitive, due autori rivoluzionarono questa concezione; stiamo
parlando di Howard Gardner e Robert Sternberg.
Attraverso il suo famosissimo libro
“Formae Mentis. Saggio sulla pluralità delle intelligenze” del
1987, Gardner delinea ben 7 diversi tipi di intelligenza, sostenendo che siano tutte
presenti in ciascun essere umano ma con differenti gradi di sviluppo e
predisposizione:
- Intelligenza logico-matematica: Contrariamente a quanto si possa pensare non fa riferimento esclusivamente alla capacità di far di conto, al contrario consiste nella capacità di far ricorso al pensiero logico per la risoluzione dei problemi.
- Intelligenza linguistica: è la capacità di usare la lingua madre per esprimere ciò che si ha nella mente e per capire gli altri, oltre che la capacità di comprendere i significati sottili e nascosti di un messaggio. Si pensa possa anche essere connessa alla capacità di comprendere le strutture e i suoni tipici delle lingue straniere.
- Intelligenza spaziale: spaziale si riferisce alla capacità di rappresentare il mondo esterno all’interno della nostra mente.
- Intelligenza musicale: la capacità di pensare in musica, di ascoltare le trame musicali e riconoscerle, ricordarle e manipolarle. Chi ha una spiccata intelligenza musicale è in grado di comprendere non solo le strutture musicali ma anche i loro significati ed è in grado a sua volta di esprimersi attraverso la musica.
- Intelligenza cinestetica o procedurale: la capacità di usare tutto il corpo o una parte di esso per risolvere un problema o svolgere una attività.
- Intelligenza interpersonale: la capacità di comprendere gli altri, le loro esigenze, le loro paure, i loro stati emotivi e l’abilità nello stabilire relazioni affettive ed interpersonali positive.
- Intelligenza intrapersonale: la capacità di comprendere la propria individualità e saperla gestire nel contesto sociale. Essere quindi in grado di comprendere, gestire le proprie emozioni e riflettere sui propri meccanismi mentali.
In seguito, nel corso degli anni
Novanta, ha proposto l’aggiunta di altri due tipi di intelligenza: quella naturalistica,
relativa al riconoscimento e alla classificazione di oggetti naturali, e quella
esistenziale, che riguarderebbe la capacità di riflettere sulle
questioni fondamentali concernenti l’esistenza e l’attitudine al ragionamento
astratto per categorie concettuali universali.
È però complesso individuare l’utilizzo di una singola intelligenza in un compito specifico, al contrario si può osservare come un individuo faccia uso di più intelligenze e competenze contemporaneamente durante una attività magari semplicemente sfruttando maggiormente una tipologia di intelligenza rispetto alle altre.
Ad
esempio, un ragazzo che in un campo da basket palleggia abilmente, si
orienta in base alla posizione dei compagni nello spazio e riesce a calcolare
come tirare a canestro sta facendo ampio uso dell’intelligenze cinestetica e spaziale.
Ma la sua capacità di leggere le espressioni facciali e corporee dei compagni
sfrutta la sua intelligenza interpersonale e riesce a rimanere calmo nonostante
sia in possesso della palla perché è in grado di controllare le proprie
emozioni (intelligenza intrapersonale). Infine la strategia inventata sul momento
per scartare un avversario e avvinarsi al canestro potrebbe essere il risultato
del ricorso al pensiero logico e quindi all’intelligenza logico-matematica.
Anche Sternberg, padre della teoria
triarchica dell’intelligenza, propose una interpretazione plurima e dinamica
dell’intelligenza. Egli definì l’intelligenza come una relazione
dell’individuo al contesto a livello cognitivo e ne individuò tre tipi:
- Intelligenza
analitica: ossia
la capacità di analizzare suddividendo in parti e scendendo poi nei dettagli,
di valutare, di esprimere giudizi e operare confronti tra elementi diversi.
Tale forma di intelligenza sarebbe coinvolta quando ricerchiamo il significato
di una parola o di una frase, quando affrontiamo test matematici ed è la più
apprezzata nei contesti scolastici tradizionali. - Intelligenza
creativa: legata
all’intuizione si realizza nella capacità di inventare, scoprire, immaginare,
ipotizzare e affrontare situazioni insolite e problemi nuovi. A differenza
dell’intelligenza analitica non implica risposte determinate ma è aperta a più
possibilità di soluzione. - Intelligenza
pratica: comprende
invece la capacità di usare strumenti, applicare procedure, saper organizzare e
pianificare una attività.
Da tutto ciò si evince il fatto che bollare un individuo
come “poco intelligente” è sempre sbagliato.
Siamo tutti intelligenti, solo in modo differente. Abbiamo tutti
predisposizioni a competenze diverse ed il nostro personalissimo modo di
imparare ed apprendere.
Trovo che questo concetto sia fondamentale soprattutto per educatori e genitori nell’approccio a bambini e ragazzi. I primi perché ricordino di predisporre i propri interventi in modo da favorire lo sviluppo integrale dell’individuo attraverso percorsi personalizzati; i secondi perché ricordino di guardare al proprio figlio come un individuo originale e distinto, con le proprie passioni e competenze che non sempre emergono nel contesto scolastico (che tende spesso a privilegiare intelligenze logico-matematica e linguistica anche a discapito delle altre).
Ricordiamo inoltre che è possibile incrementare ed educare tutte le tipologie di intelligenza viste fin ora. Per cui il discorso non è se le possediamo o meno, ma in che misura e come possiamo fare per incrementare quelle per cui abbiamo meno predisposizione oltre che sfruttare quelle maggiormente sviluppate in noi.
Qual è il tipo di intelligenza che credete sia più
sviluppato in voi? Fatemelo sapere nei commenti!
Come sempre resto a disposizione anche per eventuali dubbi e
domande, non esitate a scrivermi.
Un grande abbraccio,
Barbara.