La meditazione della gentilezza amorevole: e ritroviamo la serenità

“Nessun uomo è un’isola, completa in sé.
Ogni uomo è un pezzo del continente, una parte di esso;
la morte di ciascun uomo mi diminuisce, perché
faccio parte dell’umanità;
quindi non chiedere per chi suona la campana:
suona per te”

John Donne

Siamo sempre più ansiosi e stressati. Il tram tram della vita quotidiana ci riempie la testa di preoccupazioni e può quindi risultare difficile essere un centro d’amore e gentilezza per noi stessi e per gli altri. Talvolta anche senza volerlo ci mostriamo sgarbati o finiamo col discutere con chicchessia anche per motivi futili.

Può essere quindi utile praticare di tanto in tanto la meditazione della gentilezza amorevole e ritrovare il proprio centro e la propria serenità, coltivando l’amore incondizionato verso gli altri e verso noi stessi.

Questo tipo di meditazione ci mostra la profonda connessione
che vi è tra ciascuno di noi, anche con chi non conosciamo, e attraverso questo
pensiero ci consente di coltivare amore e gentilezza verso tutti, anche verso
quelle persone “difficili” che necessariamente incontriamo nel corso della
nostra vita.

“Praticate gentilezza a casaccio e atti di bellezza privi di senso”

Anne Herbert

Come si pratica la meditazione della gentilezza amorevole?

1 – Come per ogni pratica trova un luogo che ti sembri adeguato e mettiti in una posizione comoda ma che ti consenta di rimanere vigile e chiudi (o socchiudi) gli occhi. Puoi decidere di metterti nella posizione del loto, del semi-loto, del guerriero o semplicemente seduto su una sedia, l’importante è che tu possa restare comodamente in quella posizione per una decina di minuti e che non sia tentato/a di assopirti. Durante la pratica il corpo è fermo ma la mente sveglia.

2 – Porta l’attenzione al respiro. Osserva il percorso del respiro oppure focalizzati su una zona del corpo in cui lo senti maggiormente: le narici che si dilatano, le spalle che si alzano, il petto che si solleva e si rilassa o l’addome che ritmicamente si gonfia e si sgonfia. Resta per qualche istante in contemplazione del respiro. Se durante questa fase dovessero sopraggiungere dei pensieri, non giudicarli, non arrabbiarti o infastidirti per questo. I pensieri sono il sale della meditazione ed è perfettamente naturale che pensi! Se sopraggiunge un pensiero, osservalo qualche istante, poi delicatamente allontanalo e torna al respiro.

3 – Quando ti senti pronto/a e sufficientemente rilassato inizia a figurarti te stesso. Immagina il tuo viso come fosse quello di un caro amico. Prendi il tuo amore e dal petto immagina che questa energia avvolga la tua immagina. Mentre ciò accade, respira e pensa:

“Che io possa essere felice. Che io possa essere libero dal pericolo. Che io possa vivere sereno”

Non importa se non sei riuscito a rispettare una scadenza o
se hai commesso un errore, sei meritevole d’amore e tale amore deve venire in
primis da te stesso.

4 – Allontana piano la tua immagine ed inizia a rappresentare mentalmente quella di una persona che ami o che ha fatto qualcosa di buono per te. Immagina i suoi occhi e di nuovo l’energia d’amore del tuo cuore avvolge la sua figura. Respira e pensa:

“Che tu possa essere felice. Che tu possa essere libero/a dal pericolo. Che tu possa vivere sereno”

5 – Ora, allontana anche questo viso e pensa ad una persona che hai incontrato e per cui non provi un sentimento specifico. Può essere la cassiera del supermercato, un vicino, il corriere, ecc.
In questo caso non occorre immaginarsi chiaramente il suo viso, puoi semplicemente ricordarne alcuni tratti. Ma allo stesso modo dei casi precedenti, avvolgi anche questa figura con il tuo amore e pensa:

“Che tu possa essere felice. Che tu possa essere libero/a dal pericolo. Che tu possa vivere sereno”

6 – Veniamo ora al passaggio che risulta forse un po’ più ostico: figurarsi il volto di una persona “difficile”. Il mio consiglio, specie se provi questa pratica per la prima volta, è non partire da qualcuno con cui hai un forte screzio o un rapporto molto turbolento. Prova a immaginare il volto di una persona un po’ sgradevole, burbera o antipatica. Magari qualcuno che ti ha fatto un piccolo torto, come superarti mentre eri in coda per i biglietti del cinema o un collega che ti ha risposto in modo secco e maleducato.
Pensa a lui/lei e cercando di arginare il giudizio, manda anche a lui il tuo amore e ripeti mentalmente ancora una volta:

“Che tu possa essere felice. Che tu possa essere libero/a dal pericolo. Che tu possa vivere sereno”

Se durante questa fase dovessi sentire che le emozioni prendono il sopravvento oppure che il tuo rilassamento si è incrinato, torna al respiro e passa alla prossima ed ultima fase solo quando percepisci di aver ritrovato la calma.

7 – Come ultima cosa ora apri il tuo cuore al mondo, immaginati come un centro che irradia energia positiva e che abbraccia tutto ciò che lo circonda e offri i tuoi auguri a tutti gli esseri, a tutte le persone e a tutte le creature, conosciute e sconosciute, che condividono con te la vita su questa terra.

“Che ogni essere possa essere felice. Che ogni essere possa essere libero/a dal pericolo. Che ogni essere possa vivere sereno.”

Osserva le sensazioni, fisiche, emotive e mentali, che si sono generate dalla pratica. Godine per qualche istante e poi, cercando di portarle con te nel resto della giornata, torna ad aprire gli occhi.

Puoi anche decidere di personalizzare i tuoi auguri rendendoli più specifici. Puoi augurarti di trovare la tranquillità se vi è una preoccupazione che ti assilla o augurare al tuo collega maleducato di risolvere i problemi che lo rendono così irritabile e fastidioso, per esempio.

Come sempre ti invito a scrivermi nel caso in cui vi fossero
domande o dubbi e, se vuoi approfondire, ti invito a cercare la categoria “meditazione”
nel nostro sito internet.

Un abbraccio grande e  buona pratica!

Barbara.

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