Il teatro educativo: emozioni in scena

Nell’alfabetizzazione emotiva dei più piccoli un valido alleato può essere il teatro.
Le emozioni sono l’essenza del teatro. Durante uno spettacolo teatrale l’attore genera reazioni emotive nel pubblico e produce un rispecchiamento, una condivisione emotiva. Il teatro si fonda sulla relazione e senza di essa non esiste. Si tratta di un contesto ludico, creativo e intersoggettivo poiché attraverso il gioco creativo del fare finta di essere e vivere altre dimensioni, il teatro si offre come universale esperienza intersoggettiva, in cui più soggetti vivono emozioni: agendo, re-agendo e rispecchiandosi. (Bonato, 2016).

Il teatro è un luogo d’incontro ed una palestra ove sperimentare la propria dimensione emotiva.
Muovendosi all’interno di uno spazio e un tempo definiti l’attore può sperimentare attraverso un ruolo, emozioni e situazioni intense in sicurezza. Un po’ come avviene nel gioco simbolico, infatti, nel teatro si assiste ad un pendolarismo tra realtà e fantasia.

Il teatro educativo consente inoltre di:

  • Integrare gli aspetti razionali con quelli emozionali, il dire con il fare
  • Integra la parte emotiva (io-attore) con la parte riflessiva (io-osservatore) capace di dare un significato all’azione
  • Può portare alla rielaborazione di vissuti e ricordi
  • Migliora la consapevolezza di sé e dei propri stati interni
  • Incrementa le abilità sociali
  • Sviluppa l’empatia

Il teatro educativo deve però possedere determinate caratteristiche per permettere il raggiungimento di tali competenze:

  • Deve garantire un training adeguato alle capacità intellettive e alla maturità psicofisica del soggetto
  • Motivare i ragazzi, stimolarli e gratificarli
  • Creare una rappresentazione che consenta loro di percepire il flusso emotivo che si sviluppa tra gli attori e tra attori e pubblico senza venirne sovrastati o provare disagio, umiliazione, panico
  • Permettere all’allievo di autovalutarsi senza vivere con ansia imprecisioni o difficoltà, incrementando così anche fiducia e autostima.

È possibile individuare cinque fasi in un laboratorio di teatro educativo:

  • Fase di accoglienza: quando i bambini si presentano ed entrano in contatto liberamente con lo spazio e le persone. Durante questo momento è bene osservare (magari anche attraverso una apposita tabella) i progressi circa l’autonomia del bambino.
  • Fase di saluto: si fanno giochi del saluto seduti in cerchio.
  • Fase di riscaldamento: caratterizzata da giochi motori finalizzati a risvegliare e attivare energie emotive.
  • Fase di sviluppo del tema centrale: nel quale si giunge a realizzare la vera e propria performance teatrale.
  • Fase di congedo: un momento di condivisione prima di separarsi.

Tutti dovrebbero fare teatro almeno una volta nella vita. Il teatro infatti, come strumento educativo, conserva già nella sua essenza aspetti educativi e relazionali che fanno crescere le persone. L’esperienza teatrale se ben strutturata consente quindi:

  • Di imparare a nominare, esprimere e gestire le proprie emozioni, poiché è possibile metterle in scena in uno spazio sicuro e con una distanza tale da non farsi soverchiare da esse
  • Sviluppare condotte empatiche ed imparare a leggere l’altro, i suoi gesti ed il tono delle sue parole
  • Aver maggiore consapevolezza di sé, di come si “funziona” o si reagisce a determinate situazioni, sviluppando un maggior autocontrollo
  • Imparare ad autovalutarsi anche in termini qualitativi
  • Saper far fronte a situazioni stressanti
  • Sviluppare l’autostima
  • Fornire strumenti attraverso cui il ragazzo saprà relazionarsi meglio con gli altri.

L’esperienza catartica propria anche dell’esperienza teatrale, dove tutto diventa sospeso in uno spazio e in un tempo diversi dal quotidiano, dove le passioni, le gioie e i dolori prendono forma talvolta in modo più intenso che nella vita ordinaria (perchè qui è possibile sperimentarsi ed esprimersi senza giudizio), può essere uno strumento importantissimo per veicolare competenze emotive e sociali.

L’esperienza del palcoscenico è una dimensione privilegiata dove il “come se” sviluppa il rispecchiamento emotivo, capace di creare senso di intimità, coinvolgimento e condivisione emotiva. Il “come se” si concretizza nel “fare finta di”, dimensione fondamentale per lo sviluppo sano del bambino, poiché gli da il potere di trasformare la realtà esterna secondo i suoi bisogni e desideri. Attraverso il gioco di ruolo il bambino può vedere e provare su di sé una varietà infinita di ruoli. Nel suo ruolo di attore egli è protagonista, esperienza importante per la sicurezza e l’autostima e sperimenta le proprie abilità espressive; come spettatore sviluppa le proprie capacità riflessive e impara a rispecchiarsi negli stati emotivi dell’altro, abilità alla base dell’empatia.

L’ultimo elemento importante del gioco teatrale è l’attenzione per il rispetto delle regole. A tale riguardo fondamentale è anche la figura dell’adulto che deve saper contenere i conflitti, attivare i meccanismi di rispecchiamento empatico e fronteggiare i momenti di frustrazione degli allievi.

Non vedete l’ora di iniziare un percorso teatrale o farlo provare ai vostri bimbi? Ci sono tantissime scuole valide, noi vi consigliamo i corsi ed i laboratori dell’associazione Zero Negativo http://www.znegativo.com/it/ specie se vivete a Brescia. Fidatevi, ci ringrazierete!

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Un grande abbraccio e ricordatevi… siete persone a 360 gradi 😉

Barbara.

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