Gli insegnanti nella relazione educativa con i propri alunni sono immersi in un sistema complesso di emozioni soprattutto nelle situazioni critiche che si presentano a scuola. Appunto per questo tra le competenze richieste agli insegnanti nell’esercizio della professione, la capacità di gestire le relazioni educative con gli alunni anche sul piano emotivo è senza dubbio rilevante (Albanese et al., 2008; Gabola, 2012).
Un insegnante che possieda intelligenza emotiva è in grado di motivare gli alunni, di entrare in empatia con loro e diviene per i ragazzi una fonte di esempi positivi. Gli insegnati sono una figura di riferimento, la seconda che un bambino incontra nella sua vita dopo i genitori e pertanto il bambino assorbirà molte abitudini e atteggiamenti che i genitori o l’insegnante hanno di fronte a lui. Imitare una persona con una grande intelligenza emotiva ha enormi vantaggi. I bambini che hanno l’opportunità di osservare un adulto competente a livello sociale ed emotivo riusciranno a comunicare meglio con gli altri, a essere più autonomi e in grado di adattarsi alle situazioni, essere sicuri dei propri mezzi e tutto ciò avrà ripercussioni positive anche sul loro apprendimento. È stato infatti ampiamente dimostrata la connessione tra una relazione insegnante-alunno positiva ed equilibrata e la disposizione all’apprendimento degli alunni.
Infine l’esempio di un insegnante che ha una intelligenza emotiva sviluppata permette ai bambini di imparare importanti lezioni di vita, come l’affrontare direttamente i problemi piuttosto che ignorarli o cercare la soluzione più facile e affrontare in modo adattivo le situazioni di collera anziché cedere ad essa.
Gli insegnanti competenti a livello emotivo riescono anche a lavorare meglio in condizioni di stress psicofisico, riuscendo a gestire situazioni difficili e che potrebbero danneggiare l’autostima, come la scarsa considerazione da parte di alcuni allievi o di genitori. Ciò permette di essere molto più sereni e produttivi, allontanando lo spettro della depressione o dell’insoddisfazione.
La consapevolezza delle proprie emozioni da parte degli insegnanti e la possibilità di sapersi confrontare con quelle degli alunni e dei colleghi, facilita la diminuzione di emozioni a valenza negativa e sostiene la formazione di relazioni equilibrate e serene in classe e nell’equipe di lavoro. Una tale competenza diminuisce anche il rischio per gli insegnanti di essere esposti a situazioni di esaurimento emotivo generato dallo stress continuo sul luogo di lavoro (burnout), con conseguenze anche per il benessere degli allievi e che si caratterizza per il distacco emotivo e relazionale (Maslach, 1982).
La gestione delle emozioni deve avvenire, dunque, prima di tutto negli insegnanti, poiché sono soprattutto loro a dover prendere consapevolezza all’interno della scuola e nei confronti degli allievi, prima di dare spazio alle emozioni degli alunni stessi. È quindi fondamentale prevedere corsi psicologici e laboratori ad hoc per gli insegnanti al fine di sviluppare l’intelligenza emotiva e sostenere strategie e competenze emotive che permettano da un lato all’insegnante di essere un modello educativo valido per i propri alunni e dall’altro gli consenta di vivere serenamente il proprio lavoro.
Se sei un insegnante o un educatore preoccuparti di lavorare su te stesso, sul modo in cui gestisci le emozioni e gli stati interni, è un vero e proprio imperativo. Ciò ti permetterà di essere efficace nella relazione educativa e di vivere meglio il tuo lavoro.